Pubblicazioni : L'antichità e l'architettura solare

Urbanistica e architettura solare nell'antichità

di Uwe Wienke
MiniWatt

I continui problemi legati all'uso del petrolio e al cambiamento climatico, richiamano una maggiore attenzione verso i problemi energetici. Circa la metà dell'energia usata dagli esseri umani è consumata negli edifici, non sorprende pertanto costatare che l'architettura solare gode di un sempre più grande interesse. Costruire con il sole - sarebbe meglio dire in rispetto al clima - ha una tradizione millenaria. In antichità, il petrolio, il gas naturale e il carbon fossile erano sconosciuti e le fonti energetiche erano principalmente l'energia fisica dell'uomo e degli animali, la legna e, naturalmente, il sole e il vento.

Costruire con il sole ha due aspetti: in molte regioni e anche dai noi, in estate, occorre proteggersi dal sole, mentre in altre regioni, come da noi in inverno, l'energia solare scarseggia e si deve sfruttare anche il minimo raggio disponibile.

Le prime grandi civiltà sono nate in regioni dove il sole non manca, in Mesopotamia, in Egitto e nella valle dell'Indo. In queste regioni, dove il clima è caldo e il sole splende abbondantemente, ripararsi dal sole e raffrescare le case con il vento è la cosa più importante.

In Grecia e in Italia, dove si svilupparono le prime culture europee, il clima è mite, tuttavia, in inverno si cerca di riscaldare le case mentre, in estate, si cerca di mantenerle fresche. Bisogna però considerare che gli antichi greci e i romani erano abituati a vivere secondo le stagioni e non avevano certo le esigenze della gente d'oggi. La maggior parte del tempo si trascorreva all'aperto, nelle vie, nelle piazze o nel cortile di casa. Le case erano piccole – spesso con un'unica stanza - e buie all'interno. Le finestre erano piccole e senza vetri e la luce del sole poteva penetrare solo dalla porta, ma le case avevano normalmente un cortile e un porticato. Il cortile assicurava un minimo soleggiamento e, sotto il porticato, ci si poteva riparare dalla pioggia, dal sole in estate e, in inverno, si poteva godere del tepore del sole al riparo dal vento. Nel cortile, di solito, si trovavano anche i fornelli per cucinare che quindi non riscaldavano l'interno della casa. Lo sfruttamento passivo dell'energia solare aveva limiti abbastanza stretti: non esistevano finestre vetrate e, quando si apriva la porta per far penetrare i raggi del sole, entrava anche l'aria esterna che asportava il poco calore guadagnato. Le lastre di vetro, infatti, furono inventate solo nel primo secolo d.C. dai Romani.

Sembra che lo sfruttamento passivo del sole sia stato affrontato scientificamente per la prima volta nel VII secolo a.C. dai Greci nell'ambito della fondazione di nuove città. Quando fondavano una nuova città, cercavano di costruirla in modo "perfetto", senza cioè tutti i difetti della città madre, sviluppatasi in maniera piuttosto caotica. Salubrità e sfruttamento dell'energia solare erano due dei principali criteri dell'urbanistica e dell'architettura. Quando Socrate (470-399 a.C.) espose, in uno dei suoi discorsi, poi diventato famoso per merito di Senofonte (430-355 a.C.), il concetto di una casa solare, erano già trascorsi diversi secoli da quando questo concetto era stato sviluppato.

Gli esempi di città solari greche sono pochi, tra questi figurano le città di Priene, Olinto e Mileto, ma questo fatto non sorprende, perché nell'urbanistica bisogna considerare non solo il clima e il sole, bensì anche molti altri criteri.

Per quanto riguarda l'architettura romana, l'aspetto solare è evidente soprattutto nei grandi bagni termali. Questi edifici avevano un immenso fabbisogno energetico: bisognava riscaldare l'acqua delle piscine e delle vasche e anche le ampie aule. Per limitare i consumi di legna c'era un solo mezzo: sfruttare al massimo possibile gli apporti solari. Le terme di Diocleziano e di Caracalla a Roma e anche molte altre, furono costruite in luoghi soleggiati e le sale con i bagni caldi erano orientate verso sud o sudovest. Davanti ai bagni caldi si estendevano ampi spazi liberi, giardini e campi sportivi, che impedivano l'ombreggiamento da parte di altri edifici.

L'urbanistica e l'architettura solare nell'antichità greca e romana è il tema di un articolo dell'architetto Uwe Wienke che ha eseguito molti studi sull'argomento. L'articolo è disponibile sul sito Internet www.miniwatt.it/mw_Architettura solare.htm

Contenuto del dossier

Architettura e clima - Clima ed esigenze umane - La casa di Socrate - Le fonti - L'energia in antichità - Urbanistica solare - Architettura solare - Teorie e consigli di Vitruvio - Abitazioni urbane - Fabbricati rurali - Le terme - I teatri

www.miniwatt.it/mw_Architettura solare.htm

www.miniwatt.it/Antichita.pdf (895 kB)

Torna su

 

Archivio de Il sole a 360 gradi




Pionieri dell'energia solare in primo piano:
» G. Ciamician
» G. Francia
» G. Vinaccia







Video della mostra
"Le città solari"
al Festival della
Scienza 2006

Consultare il dossier Architettura solare del passato



 


Gruppo per la storia dell'energia solare

Considerata una ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale)
ai sensi del decreto legislativo del 4 dicembre 1997, N. 460, Art. 10, comma 8.

Iscritto nel Registro della Regione Lazio delle organizzazioni di volontariato

Copyright © 2004-2016 GSES Tutti i diritti riservati