N. 8 SETTEMBRE 2002

Scarica il PDF: IlSolea360gradi – Anno IX – N.8 Settembre 2002

Newsletter mensile di ISES ITALIA

In questo numero:

  • ENERGIA E FONTI RINNOVABILI AL CENTRO DEI NEGOZIATI DI JOHANNESBURG
    Il mancato accordo sulla quota del 15% di energie rinnovabili al 2010 segna negativamente il Vertice. Emerge tuttavia il positivo ruolo che Unione Europea ed Amministrazioni locali possono svolgere per lo sviluppo del settore.
  • PRESENTE E FUTURO DELLO SVILUPPO DEL SETTORE FOTOVOLTAICO NEL RAPPORTO ANNUALE DELLA BANCA SVIZZERA SARASIN
    Le previsioni del mercato: 503 MW di celle prodotte nel 2002, 1.450 MW nel 2010.
  • BIOHEAT: UN PROGETTO EUROPEO CON L’ENEA PER PROMUOVERE IL RISCALDAMENTO A LEGNA
  • FISSATO IL PREZZO DI RIFERIMENTO DEI CERTIFICATI VERDI
  • SIMPOSIO INTERNAZIONALE SU ISTRUZIONE E FORMAZIONE NEL SETTORE DELL’ENERGIA SOLARE
    Dal 5 all’8 agosto 2002 ha avuto luogo a Orlando in Florida l’ISREE-8 (8th International Symposium on Renewable Energy Education) dell’IASEE (International Association for Solar Energy Education) di ISES International
  • USO RAZIONALE DELL’ENERGIA NELLE SCUOLE DEL LAZIO
  • COMUNITÀ LOCALI A ENERGIA SOLARE
    LE AMMINISTRAZIONI LOCALI PROTAGONISTE AL VERTICE MONDIALE DI JOHANNESBURG
    Per la prima volta gli Enti locali partecipano alle riunioni plenarie di un Vertice delle Nazioni Unite. Il contributo delle 5400 amministrazioni locali Europee. L’impegno per passare dall’Agenda 21 Locale all’Azione 21 Locale. Il ruolo del Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane.
    PROPOSTE ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI: RINNOVABILI ALLO 0,5% ANNUO
  • NEWS
    • “ZERO ENERGY HOUSE”: PROGRAMMA DIMOSTRATIVO NEGLI USA
    • MUSICA ED ENERGIA EOLICA IN DANIMARCA
    • ESSICCATORI SOLARI: DALLA GERMANIA UNA TECNOLOGIA DI SUCCESSO
    • ENEL GREEN POWER PUNTA SULL’EOLICO NEL MEZZOGIORNO CON 300 MILIONI DI KWH
    • PARTICOLARE SISTEMA FV FRANGISOLE ALLA SEDE DELLA CAROLI GIOVANNI SPA
    • NUOVI INCENTIVI PER L’ENERGIA VERDE IN OLANDA
    • NEL 2020 L’ENERGIA EOLICA COPRIRÀ IL 12% DEL FABBISOGNO MONDIALE DI ELETTRICITÀ
      Lo studio “Wind Force 12” ritiene fattibile economicamente e tecnicamente che al 2020 siano installati 1.260.000 MW eolici in grado di rispondere al 12% della domanda globale di elettricità. Condizione necessaria: uno stabile sostegno politico al settore.
  • DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE
    GRADUATORIE PER IL PROGRAMMA “ISOLE MINORI” E RIPARTIZIONE DELLE RISORSE PER I NUOVI BANDI REGIONALI DEL PROGRAMMA “TETTI FV”
  • FOCUS TECNOLOGIA
    RISORSE ENERGETICHE RECUPERABILI DAI RIFIUTI IN ITALIA
    Sono decine di tonnellate equivalenti di petrolio le quantità di energia primaria delle biomasse contenuta nei rifiuti. L’importanza di definizioni e classificazioni chiare per la loro qualificazione energetica.
  • NOTIZIE DA ISES ITALIA
  • EVENTI

ENERGIA E FONTI RINNOVABILI AL CENTRO DEI NEGOZIATI DI JOHANNESBURG

Il mancato accordo sulla quota del 15% di energie rinnovabili al 2010 segna negativamente il Vertice. Emerge tuttavia il positivo ruolo che Unione Europea ed Amministrazioni locali possono svolgere per lo sviluppo del settore.

ISES ITALIA partecipò attivamente alle iniziative promosse da ISES International in occasione del dell’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992 per sostenere una visione di un mondo più giusto, più pacifico, alimentato dall’energia solare (Solar Energy Solutions for an Environmentally Sustainable World, Final Report for the United Nations Conference on Environment and Development, ISES International, June 1992).

A dieci anni di distanza molte delle aspettative condivise dalla nostra associazione con altre organizzazioni non governative presenti a Rio sono state, a fatica, confermate a Johannesburg. Una serie di decisioni prese in quest’ultimo Vertice sembrano tornare indietro piuttosto che andare avanti rispetto ai programmi e ai principi stabiliti a Rio. Anche l’Agenda 21, il piano d’azione per lo sviluppo sostenibile sottoscritto da 179 capi di stato e di governo a Rio, non è stata oggetto di quelle verifiche che ci si aspettava, in clima internazionale sempre più orientato nella direzione di una logica di mercato liberista che non sempre pone in grande considerazione le questioni ambientali. Questo clima ha finito per riflettersi anche sulle decisioni relative alle energie rinnovabili, non riuscendo a finalizzare l’accordo di quantificare al 15% la quota di fonti rinnovabili a livello mondiale per il 2010 come era stato sostenuto soprattutto dall’Unione Europea, anche se con l’opposizione degli Stati Uniti. Tuttavia momenti e risultati positivi del Vertice non sono mancati ed è su questi che desideriamo soffermarci.

Un fatto importante è la centralità che il tema dell’energia ha avuto nell’ambito del Vertice; in forma ufficiale è stata riaffermata l’importanza di “diversificare l’offerta di energia ed incrementare la quota delle fonti rinnovabili per aumentarne il contributo sull’offerta energetica globale”, come anche l’idea di “rimuovere le distorsioni del mercato dell’energia, prendendo in considerazione la ristrutturazione della tassazione ed eliminando progressivamente i sussidi per le fonti dannose”. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si stima che le fonti convenzionali (fossili e nucleare) ricevano oggi sussidi annuali, a livello mondiale, per oltre 300 miliardi di dollari (per fare una proporzione il giro d’affari dell’eolico è di 5 mld di dollari).

Un secondo punto importante è che l’Unione Europea sia emersa nel corso del Vertice quale sostenitrice della diffusione delle fonti rinnovabili, proponendosi come area-guida a livello mondiale e rivendicando una propria autonomia di azione in quest’ambito. È questo il frutto delle politiche a favore dello sviluppo sostenibile che l’UE ha condotto negli ultimi anni e che sono state tradotte in legislazioni e normative, direttive ed obiettivi, come quelli fissati nel Libro Bianco per lo sviluppo delle rinnovabili al 2010, ma soprattutto che hanno consentito di realizzare una leadership europea tecnologica e industriale nel settore riconosciuta internazionalmente; tale leadership avrà riflessi positivi per le rinnovabili sui mercati europei ed internazionali dell’energia, compresi quelli dei paesi in via di sviluppo, per i quali l’Unione Europea ha annunciato di avere attivato accordi di collaborazione nel settore energetico per 700 milioni di $, una parte riguardanti il settore delle rinnovabili. Anche l’Italia ha attivato con il proprio Ministero Ambiente, insieme ad UNEP e IEA, un trust fund per un valore di circa 1.280.000 euro con lo scopo di promuovere progetti di fonti rinnovabili nell’area mediterranea (altri accordi bilaterali per lo sviluppo del settore sono in corso).

Un terzo risultato positivo è legato alla sempre maggiore considerazione che le Amministrazioni locali hanno per il loro ruolo potenziale nell’applicazione dell’Agenda 21 Locale (A21L). A Johannesburg, mentre la maggior parte degli Stati è risultata ampiamente inadempiente in merito all’applicazione dell’Agenda 21, dopo 10 anni da Rio, 700 Amministrazioni locali presenti al Vertice hanno potuto testimoniare diverse realizzazioni concrete nell’ambito dell’applicazione dell’A21L, molte di esse basate sulla diffusione delle fonti rinnovabili. A livello mondiale sono 6.500 le Amministrazioni locali impegnate in processi di Agenda 21, di queste 5.200 sono europee. Questo primato, se associato alla priorità che nell’A21L dovrebbe essere data alle energie rinovabili, potrebbe far ben sperare sulle prospettive di sviluppo del settore delle rinnovabili nel nostro continente (vedi anche articolo nella rubrica “Comunità locali a energia solare”), poiché gli enti locali, secondo i dettami dell’Agenda 21, dovranno impegnarsi per uno sviluppo condiviso, partecipato e fondato sulle tecnologie rispettose dell’ambiente.

Abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione su alcuni aspetti positivi del Vertice di Johannesburg, piuttosto che indulgere sulle questioni che non sono andate secondo le nostre aspettative, perché non vorremmo che le incertezze scaturite siano un ulteriore alibi per evitare di continuare con determinazione nell’immenso lavoro necessario per la diffusione dell’applicazione delle fonti rinnovabili e per un sistema energetico sostenibile.

PRESENTE E FUTURO DELLO SVILUPPO DEL SETTORE FOTOVOLTAICO NEL RAPPORTO ANNUALE DELLA BANCA SVIZZERA SARASIN

Le previsioni del mercato: 503 MW di celle prodotte nel 2002, 1.450 MW nel 2010.

La Banca svizzera Sarasin, che ha iniziato a pubblicare l’annuale “PV Survey” nel 1998, realizzando uno dei primi studi sul mercato fotovoltaico mondiale, ha diffuso alla fine di agosto il suo quinto rapporto. Dalla rivista Photon International (n.9/2002) rileviamo i principali dati della ricerca.

Impostato in modo da coprire sia il settore della produzione sia quello della domanda, il lavoro della Sarasin fornisce dati su tutti i paesi del mondo e non si limita ad illustrare l’andamento dell’anno appena passato, ma sviluppa scenari di crescita per le diverse tecnologie ed applicazioni fino alla soglia del 2010. Il rapporto indica che nel 2001 la produzione mondiale di celle fotovoltaiche (FV) è stata pari a 396 MW e ne illustra la suddivisione per applicazione: il 51% è impiegato per utenze collegate alla rete, mentre il restante 49% (194 MW) è distribuito tra applicazioni relative ai sistemi di comunicazione (12%), utenze isolate (off-grid) nei paesi in via di sviluppo (11%), prodotti di consumo (11%), sistemi ibridi FV/Diesel (9%), applicazioni residenziali off-grid nei paesi OCSE (5%) e sistemi di produzione di elettricità superiori ai 100 kWp (1%).

Rispetto ai dati diffusi l’anno precedente, si nota che l’unica tipologia di applicazione che ha aumentato la sua percentuale è quella relativa ai sistemi residenziali collegati alla rete (+9%). Nel rapporto Sarasin si stima che nell’anno 2010 le installazioni annue ammonteranno a circa 1.450 MW e che le applicazioni collegate alla rete elettrica, in questi anni, trainate principalmente dai programmi nazionali giapponesi e tedeschi, rappresenteranno l’ambito principale di sviluppo del settore FV con circa 705,2 MW/anno installati (Grafico 1).

Grafico 1

Per quanto riguarda la tecnologia utilizzata, il rapporto spiega che l’espansione all’interno del mercato FV del silicio policristallino ha raggiunto il suo apice nel 2001 (50,8% della produzione totale), ed inizia a decrescere già nel 2002, per arrivare, secondo le previsioni, al 39% entro il 2010. La diffusione del policristallino ha coinciso con il declino della tecnologia, a lungo predominante, del monocristallino, che nel 1997 rappresentava oltre la metà della produzione FV mondiale, mentre nel 2001 la sua fetta di mercato è scesa sotto il 30%. La Sarasin ne prevede un ulteriore calo al 20% entro il 2010. La produzione in silicio amorfo ha rappresentato nel 2001 l’11,7% del totale (7,2% escludendo le celle HIT a multistrato che sono realizzate utilizzando sia silicio monocristallino, sia amorfo), con un calo dell’1,8% rispetto al 2000. Al 2010 la produzione di celle in silicio amorfo dovrebbe ammontare a 211 MW/anno e costituire il 15% della produzione FV complessiva. All’incirca la stessa percentuale sarà coperta dalla produzione di celle ribbon & sheet, che ammonterà a 218 MW al 2010. Alla stessa data le altre due tecnologie a film sottile, CdTe e CIS, rappresenteranno il 5% del mercato FV. Interessante anche la crescita al 2010 delle celle a concentrazione, che attualmente non superano il MW di potenza (Grafico 2).

Grafico 2

Come detto, secondo la Sarasin, la produzione mondiale di celle FV è stata nel 2001 pari a 396 MW, con una crescita del 38% rispetto al 2000 (l’anno precedente la crescita era stata del 43%); le previsioni per il 2002 sono di 503 MW, quindi con un tasso di crescita annuale del mercato in calo (27%). Si ritiene che la percentuale di crescita annua del mercato si aggirerà intorno al 20% nei prossimi due o tre anni, per poi calare sensibilmente attestandosi su una media del 15,6% fino al 2010. Un altro rapporto (“Solar Generation”), realizzato da Greenpeace e dall’EPIA (European Photovoltaic Industry Association), prevede, invece, che la percentuale di crescita media annuale fino al 2010 sarà del 27%, con una più elevata capacità di produzione.

Fonte: Photon Intenational (n.9/2002)
Per informazioni: Swiss Bank Sarasin & Cie – www.sarasin.ch

BIOHEAT: UN PROGETTO EUROPEO CON L’ENEA PER PROMUOVERE IL RISCALDAMENTO A LEGNA

Negli ultimi venti anni le caldaie a legna hanno subito una notevole evoluzione tecnologica, passando dai vecchi sistemi a caricamento manuale alle più sofisticate caldaie moderne dotate di caricamento automatico e dispositivi di controllo della combustione. Questi nuovi sistemi sono in grado di soddisfare totalmente il fabbisogno delle unità abitative con rendimenti termici che possono superare il 90%. Le moderne caldaie bruciano combustibili legnosi di alta qualità, come il cippato di legna o i pellets (pastiglie di segatura compressa), con emissioni atmosferiche paragonabili a quelle dei sistemi tradizionali a gasolio o metano.

Un elenco dei fornitori di caldaie e del combustibile legnoso è disponibile nel sito internet www.bioheat.info, realizzato nell’ambito del progetto BIOHEAT (Ilsolea360gradi, n. 2/2002), finanziato dal Programma europeo ALTENER. Il sito internet è nato con l’idea di diventare il punto di riferimento del settore del “riscaldamento a legna” a livello europeo; infatti è realizzato in undici diverse lingue, contiene un elenco di installatori e fornitori di caldaie, di distributori di combustibili legnosi, di riferimenti dei più importanti consulenti energetici in ogni paese, oltre ad una panoramica di esempi di impianti realizzati con successo. Nell’ambito dello stesso progetto, sono inoltre previsti diversi seminari e visite d’impianti di riscaldamento a biomassa.

L’obiettivo è di far decollare anche in Italia l’utilizzo di questa tecnologia, che nel nord Europa si avvia a divenire lo standard di riferimento. Oltre al vantaggio ambientale e di sostenibilità energetica, questi impianti, grazie all’attuale sistema fiscale, risultano economicamente molto convenienti nel nostro paese: a parità di calore fornito, i combustibili legnosi costano circa la metà di quelli fossili. Il costo dell’investimento iniziale, generalmente maggiore, viene quindi rapidamente ammortizzato.

L’ENEA mette a disposizione gratuitamente tre pubblicazioni realizzate per promuovere il riscaldamento a legna ed indirizzate, rispettivamente alle amministrazioni pubbliche, ai consulenti e ai progettisti. Esse sono disponibili sul sito internet www.enea.it (pubblicazioni on line) oppure possono essere richieste all’indirizzo segnalato in basso. L’ENEA ha istituito, inoltre, una linea telefonica dedicata per avere informazioni sull’argomento e una prima consulenza tecnica (studio di prefattibilità) su progetti specifici, allo scopo di favorire sul territorio nazionale la diffusione di questi sistemi di riscaldamento.

Per informazioni su pubblicazioni e progetto: ENEA
tel. 06 30483482
Responsabile: Ing. Luca Castellazzi
e-mail: luca.castellazzi@casaccia.enea.it

FISSATO IL PREZZO DI RIFERIMENTO DEI CERTIFICATI VERDI

Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) ha stabilito, per l’anno 2002, il prezzo di offerta dei propri certificati verdi (CV) pari a 8,418 centesimi di euro per chilowattora (circa 163 lire). Gli importatori ed i produttori che nel 2001 hanno immesso nella rete energia elettrica per il consumo hanno l’obbligo di rendere disponibile, nel 2002, una quota di energia da rinnovabili pari al 2% dell’energia prodotta o importata nell’anno precedente. Tale obbligo può essere soddisfatto direttamente (producendo o importando questa quota di energia rinnovabile) o indirettamente (acquistando e trasmettendo al GRTN il corrispondente quantitativo di certificati verdi).

L’offerta è costituita da CV delle imprese private che hanno impianti con qualificazione IAFR (impianti alimentati da fonte rinnovabile) e dai CV che il GRTN emette a fronte dell’energia elettrica prodotta dagli impianti CIP 6 entrati in esercizio dopo l’1/4/1999, e che vende sul mercato dei CV al prezzo di riferimento. Per il 2002 la domanda di CV ammonta a 3,3 miliardi di kWh, pari a 33.000 CV (dato ricavato sulla base delle autocertificazioni trasmesse al GRTN da 58 tra produttori e importatori di elettricità, di cui 35 soggetti all’obbligo di acquistare i CV). L’offerta ammonta, invece, a 5,5 mld di kWh, di cui 1,2 mld di kWh è la quota dei produttori privati che hanno impianti IAFR (139 sono gli impianti in esercizio nel 2002) e 4,3 mld di kWh quella agli impianti CIP 6 acquistati dal GRTN.

SIMPOSIO INTERNAZIONALE SU ISTRUZIONE E FORMAZIONE NEL SETTORE DELL’ENERGIA SOLARE

Dal 5 all’8 agosto 2002 ha avuto luogo a Orlando in Florida l’ISREE-8 (8th International Symposium on Renewable Energy Education) dell’IASEE (International Association for Solar Energy Education) di ISES International

Dal 2001 la IASEE, Associazione non-profit creata a Goteborg (Svezia) nel 1989, è parte integrante, ma operativamente autonoma, di ISES International. Attraverso questa associazione ISES International intende contribuire a rendere sempre più sistematica e diffusa l’istruzione e la formazione nel settore dell’energie rinnovabili in tutte le scuole di ogni ordine e grado, fino ai livelli universitari e post universitari, come anche nelle pubbliche amministrazioni e tra i decisori politici. ISREE-8 è stato organizzato dall’IASEE, per la prima volta negli Stati Uniti, con il sostegno dell’Università della Florida e del Centro per l’Energia Solare della Florida (FSEC). Hanno partecipato insegnanti di scuole medie e superiori, professori universitari, ricercatori, esperti nei vari campi delle energie rinnovabili e funzionari governativi, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti.

Gli interventi di apertura sono stati di Yogi Goswami e di Cesare Silvi (ISES International) e dalla parlamentare democratica statunitense Karen Thurman, che ha riferito della creazione di un gruppo parlamentare “bipartisan” a sostegno delle rinnovabili che ha l’obiettivo di far conoscere il settore nei vari organi istituzionali e presso il Congresso ed il Senato americani in modo da sostenere iniziative e provvedimenti per il loro sviluppo. Diversi i contributi al Simposio sulle esperienze didattiche realizzate nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo. A questo proposito i rappresentanti delle principali organizzazioni per l’istruzione negli Stati Uniti in campo energetico (National Energy Education Development Project e National Energy Foundation) hanno illustrato gli attuali programmi scolastici sui temi dell’ambiente e dell’energia solare condotti in collaborazione con le istituzioni federali, statali e locali.

Particolare spazio è stato dato all’esperienza delle cosiddette Scuole intelligenti (“Smart Schools”), per le quali si va affermando l’idea che anche l’edificio scolastico debba essere progettato e costruito in modo da costituire uno strumento didattico e formativo, con concrete applicazioni dei principi dell’efficienza energetica, dell’uso delle rinnovabili, del riciclo dei materiali e dei rifiuti. Significativa è stata anche la partecipazione europea, con rappresentanti, provenienti da Svezia, Norvegia e Danimarca. È stato illustrato il progetto dell’European Sustainable Education Forum (ESEEF), creato in Danimarca con l’obiettivo di rafforzare l’istruzione sullo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica attraverso la creazione di una rete di insegnanti, istituzioni e ministeri preposti alla formazione di queste tematiche.

Tra gli obiettivi prioritari c’è quello di raccogliere esempi ed esperienze di insegnanti e studenti per uno scambio di informazioni. E’ stata purtroppo limitata, rispetto alle edizioni precedenti dell’ISREE (ISREE-7 è stata tenuta in Norvegia nel 2001), la partecipazione da altre aree del mondo (rappresentati Messico, India, Nigeria, Bangladesh, Corea del Sud, Congo, Ghana). Tra le esperienze illustrate citiamo la realizzazione di un concentratore parabolico sviluppato dal Centro di ricerca per l’energia dell’Università Nazionale del Messico su richiesta del Museo della Scienza di Pachuca. Il concentratore è stato progettato in modo da essere adatto ai fini didattici e per svolgere semplici esperimenti di dimostrazione dei principi di base della concentrazione presso scuole e centri di formazione. In occasione del Simposio è stata anche effettuata una visita al Laboratorio per l’energia solare e per le conversioni energetiche dell’Università della Florida di Gainesville; ha suscitato un particolare interesse la visita agli archivi e alla casa solare del pioniere dell’energia solare, Eric Farber, trasformati in un Museo dal mese di settembre con numerosi modelli e prototipi esposti.

A conclusione il Congresso ha offerto l’opportunità di passare in rassegna un ampio spettro di metodi e approcci educativi e formativi per studenti, docenti, amministratori pubblici e privati, decisori politici. Il prossimo appuntamento internazionale della IASEE è in Svezia nel giugno del 2003 con ISREE-9, che si svolgerà in concomitanza con il Congresso mondiale di ISES International (per programma e scadenza presentazione di proposte di relazioni: www.congrex.com/ISES2003). Attraverso la newsletter seguiremo la preparazione di ISREE-9, anche come occasione per stimolare ulteriormente l’interesse dei lettori al cruciale settore dell’istruzione e della formazione per lo sviluppo delle rinnovabili.

Per maggiori informazioni o per far conoscere le iniziative di formazione per le Scuole, invitiamo a scrivere alla redazione della newsletter: redazione@ilsolea360gradi.it

EDUCAZIONE SULL’ENERGIA SOLARE
Alcune organizzazioni e siti

IASEE – International Association for Solar Energy Education
http://fsec.ucf.edu/ed/iasee
ESEEF – European Sustainable Education Forum
www.school4energy.net
Eco-Schools
www.eco-schools.org
National Energy Education Development
www.need.org
Smart Schools
www.energysmartschools.gov

USO RAZIONALE DELL’ENERGIA NELLE SCUOLE DEL LAZIO

La Regione Lazio ha avviato un progetto in co-finanziamento con il Dipartimento di Meccanica ed Aeronautica dell’Università di Roma “La Sapienza” il cui fine è quello di promuovere l’uso razionale dell’energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nelle Scuole della Regione. Gli obiettivi del progetto consistono nell’organizzazione di corsi sulle metodologie di razionalizzazione energetica che saranno rivolti al personale tecnico (docente e non docente) delle Scuole primarie e secondarie del Lazio; verrà inoltre realizzato un manuale per i principali interventi di uso razionale dell’energia, rivolto al personale tecnico delle scuole.

Nell’ambito della convenzione verrà anche pianificata una campagna di audit energetico in alcune scuole selezionate. Il ventaglio degli argomenti trattati nei corsi di formazione si estende dalle nozioni di fisica dell’energia alle descrizioni degli interventi di razionalizzazione energetica, con particolare riferimento alle logiche d’attuazione, i problemi legislativi, nonché di finanziamento. A tali corsi potranno partecipare sia i docenti sia il personale tecnico scolastico, che potranno acquisire le nozioni sull’uso razionale dell’energia e le competenze per svolgere la mansione di “energy manager”.

Per informazioni: Ing. Marco Lucentini
e-mail: marco.lucentini@uniroma1.it

COMUNITÀ LOCALI A ENERGIA SOLARE

LE AMMINISTRAZIONI LOCALI PROTAGONISTE AL VERTICE MONDIALE DI JOHANNESBURG

Per la prima volta gli Enti locali partecipano alle riunioni plenarie di un Vertice delle Nazioni Unite. Il contributo delle 5400 amministrazioni locali Europee. L’impegno per passare dall’Agenda 21 Locale all’Azione 21 Locale. Il ruolo del Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane

Per la prima volta i governi locali sono stati ammessi a partecipare alle riunioni plenarie di un Vertice internazionale delle Nazioni Unite, a fianco dei rappresentanti dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali, trovando così una riconoscimento ed una conferma del loro ruolo di soggetti impegnati in prima linea nella promozione e nella realizzazione dello sviluppo sostenibile.

Le esperienze e le ragioni di oltre 6.000 amministrazioni locali, impegnate nell’applicazione dell’Agenda 21 Locale (vedi riquadro in basso) e rappresentate a Johannesburg da circa 700 organizzazioni, sono state sintetizzate nelle due dichiarazioni rivolte nel corso delle sessioni plenarie al Vertice: l'”Appello di Johannesburg” e la “Dichiarazione dei Governi Locali”.

“La Dichiarazione dei Governi Locali al Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile” (Johannesburg, 2002) “Noi viviamo in un mondo interconnesso e interdipendente. Il locale e il globale sono legati tra loro. Il governo locale non può permettersi l’isolamento e guardare solo al suo interno. Combattere la povertà, l’esclusione e il degrado ambientale è un imperativo morale, ma anche nel proprio interesse. Dieci anni dopo Rio è tempo di azione per tutte le componenti di governo, per tutti i loro partner. E l’azione locale, basata sulla solidarietà, può muovere il mondo”.
Nell’appello di Johannesburg i governi locali riconoscono l’importanza dell’azione politica al fine di ottenere risultati concreti nella lotta alla povertà e nel realizzare dei cambiamenti sostanziali nella direzione di un mondo più giusto e più uguale. Nell’appello i governi locali si impegnano a sviluppare dei Piani di Azione molto concreti e realistici in modo da passare dall’Agenda 21 Locale all’Azione 21 Locale.

La Dichiarazione dei Governi locali ribadisce gli stessi concetti dell’appello di Johannesburg e sottolinea l’enorme potenziale dell’azione locale in questo campo. Un importante contributo al Vertice è venuto dall’Unione Europea con le sue 5.400 amministrazioni locali che hanno aderito all’Agenda 21 Locale su un totale di 6.416 (per maggiori dettagli si veda il documento “Local Governments’ Response to Agenda 21”, preparato dall’International Council for Local Environmental Initiatives – ICLEI, in collaborazione con il Segretariato delle Nazioni Unite per il WSSD – www.iclei.org/la21survey).

Questo primato ha un parallelo di natura sinergica con la riconosciuta leadership internazionale dell’Europa tecnologica e industriale nel settore delle applicazioni dell’energia solare e delle energie rinnovabili. Grandi metropoli come Barcellona in Spagna e centri di piccole e medie dimensioni come Friburgo in Germania e Goteborg in Svezia, che hanno adottato l’Agenda 21 Locale, si sono anche messi in luce per i loro programmi a favore dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Prendiamo a titolo esemplificativo la città di Friburgo, sede di vari istituti di ricerca e promozione nei settori della sostenibilità ambientale. Questa città può vantare oggi alcune realizzazioni di punta nella direzione dello sviluppo sostenibile: il primo edificio solare industriale a consumo di energia convenzionale netto nullo, il nuovo edificio dell’Istituto Fraunhofer per l’energia solare con consumi di 35 kWh/m2/anno contro una media degli edifici commerciali convenzionali che si aggira intorno ai 150 kWh/m2/anno, i quartieri solari dell’architetto Rolf Disch, dove le singole abitazioni producono più energia elettrica di quella consumata, la pedonalizzazione del centro storico, oltre 300 chilometri di piste ciclabili.

Si tratta di concrete alternative ai sistemi di produzione e all’uso dell’energia realizzati grazie ad un impegno congiunto delle autorità municipali e della cittadinanza, che si possono far risalire agli anni ’70, quando i movimenti ambientalisti erano impegnati nella battaglia contro la costruzione di una centrale nucleare. Le numerose piccole e medie città europee, che come Friburgo aderiscono alla Agenda 21 Locale, hanno dimostrato come sia possibile agire localmente nel settore energetico per diffondere il risparmio energetico, l’uso dell’energia solare e l’efficienza energetica e per uno sviluppo sostenibile, consentendo ai rappresentanti dell’Unione Europea di sostenere con forza nei negoziati internazionali di Johannesburg un maggiore impegno internazionale a favore delle rinnovabili.

Una prima conferenza europea post-Vertice, “Johannesburg+Europe”, per esaminare le azioni che le amministrazioni locali dovranno mettere in atto per dare seguito alla politica europea illustrata a Johannesburg è in programma a Kolding in Danimarca dal 3 al 6 novembre 2002. Vi parteciperanno i rappresentanti delle istituzioni europee, dei governi nazionali, dei media, delle organizzazioni non governative e dell’industria. Tra gli obiettivi dell’incontro:

scambiare informazioni sui risultati del Vertice di Johannesburg, ed in particolare sulle conclusioni emerse dalla Sessione sul Governo Locale;
valutare i risultati a fronte delle posizioni assunte dai vari attori europei, inclusa la Commissione Europea;
trarre le conclusioni sulle azioni che dovranno essere svolte dai governi locali in Europa per favorire lo sviluppo sostenibile, come per esempio la gestione integrata delle risorse, l’EMAS, l’acquisto di prodotti ecologici, le alleanze per il lavoro, ecc.;
indirizzare l’applicazione dei risultati del Vertice in Europa da parte dei governi locali e dei loro partner.
Anche a livello italiano sono in atto varie azioni post-Vertice da parte di istituzioni nazionali e locali e di altre organizzazioni, che dovrebbero svilupparsi nell’ambito del documento “Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia”, approvato lo scorso mese di agosto dal CIPE. Nelle iniziative post-Vertice strettamente collegate alle amministrazioni locali, il Coordinamento delle Agende 21 Locali Italiane, al quale aderiscono oltre 300 amministrazioni, ha in programma una serie di forum locali volti ad esaminare le possibili azioni da mettere in atto secondo il quadro di riferimento europeo e nazionale (www.a21italy.org).

ISES ITALIA intende partecipare a queste iniziative, anche tramite i propri Soci, facendosi parte attiva nel promuovere, presso le Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, una maggiore centralità dell’utilizzo dell’energia solare nei piani energetici locali e nell’applicazione dell’Agenda 21 Locale. L’approccio sistemico alle energie rinnovabili, particolarmente enfatizzato dalla nostra Associazione in occasione dell’ultimo Congresso EuroSun 2002, focalizzato su “Energie Rinnovabili per le Comunità Locali d’Europa” e quindi, sul concetto di “integrazione”, trova nei principi dell’Agenda 21 Locale un importante punto di riferimento per favorire un inserimento corretto, ordinato ed efficiente delle tecnologie relative alle energie rinnovabili nell’ambiente e nel territorio.

Agenda 21 Locale

L’Agenda 21 Locale nasce ufficialmente all’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992 e da allora la sua storia è ricca di documenti, network di città, programmi e azioni locali. L’agenda 21 Locale è un documento che contiene gli impegni (in campo ambientale, economico, sociale) che una comunità locale si assume per il 21° secolo. Ma è soprattutto un percorso di lavoro: il suo successo, e anche la sua continuità, dipendono dal grado di partecipazione e condivisione della comunità locale, a tutti i livelli e in tutte le forme presenti.

È un processo che può partire subito con azioni concrete, ma che richiede anche e tempi lunghi per affrontare i problemi della complessità e della qualità della vita nelle città e nel territorio e per dare risultati efficaci e condivisi

Per scaricare il documento A21L consultare il sito dell’Agenda 21 Locale italiana: www.a21italy.org

PROPOSTE ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI: RINNOVABILI ALLO 0,5% ANNUO

Il 9 settembre scorso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha presentato al Governo, durante la riunione della Conferenza Unificata, un documento di osservazioni e proposte “irrinunciabili” al disegno di legge di riforma e riordino del settore energetico (ddl Marzano).Nel corso della riunione è stato dato il via ad un Accordo tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane per l’esercizio delle funzioni di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica, in particolare sui criteri generali di valutazione di progetti di costruzione ed esercizio di impianti di produzione di elettricità. Tra i criteri: la compatibilità con le pianificazioni esistenti in ambito regionale e locale, la coerenza con le esigenze di fabbisogno energetico proprie del territorio e con quelle di diversificazione delle fonti primarie e delle tecnologie produttive, la necessità di utilizzo dell’innovazione tecnologica e delle migliori tecnologie ai fini energetici ed ambientali, il massimo utilizzo dell’energia termica o generabile, ecc.

In riferimento al ddl Marzano segnaliamo la proposta di aumentare il tasso di crescita delle energia rinnovabili (certificati verdi) dall’attuale 0,3% allo 0,5% annuo e la richiesta che la miscela di acqua e carbone non sia considerata fonte rinnovabile; inoltre si fa richiesta che una quota di almeno il 70% del fondo previsto dalla Legge 388/2000 (art. 110) per il finanziamento dei programmi regionali sia destinata all’efficienza energetica, allo sviluppo delle fonti “sostenibili” di energia e per la riduzione delle emissioni in atmosfera in attuazione degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto.

A queste ultime richieste ISES ITALIA darà la propria totale adesione.

NEWS

“ZERO ENERGY HOUSE”: PROGRAMMA DIMOSTRATIVO NEGLI USA

Venti edifici residenziali rappresenteranno il banco di prova ma anche la vetrina dello stato dell’arte delle tecnologie per il risparmio energetico nelle abitazioni. Sanno realizzate dall’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), Centro di ricerca del Department of Energy (DOE) in collaborazione con Habitat for Umanity International. L’obiettivo non è solo quello di costruire case più efficienti ma soprattutto quello di realizzare abitazioni a consumo netto di energia nullo (“net-zero energy”) in grado di autoprodurre tutta l’energia necessaria e di consumarla in modo estremamente efficiente. Già oggi sono state realizzate nel mondo abitazioni in grado di produrre più energia di quanta non ne sia consumata, cedendo il surplus alla rete.

Le tecnologie impiegate comprendono i sistemi solari termici e fotovoltaici, di generazione di energia elettrica con celle a combustibile e microturbine, questi ultimi alimentati con biomasse, e sistemi per l’accumulo dell’energia elettrica e termica. Queste case consentiranno di far conoscere a società elettriche, costruttori edili e consumatori le più avanzate tecnologie solari già disponibili o in via di realizzazione. L’iniziativa fa parte del programma DOE, denominato “Building America”, nel cui ambito sono già state realizzate oltre 14 mila abitazioni ad elevata efficienza energetica in tutti gli Stati Uniti.

Per informazioni: Oack Ridge National Laboratories – www.ornl.gov

MUSICA ED ENERGIA EOLICA IN DANIMARCA

Il musicista francese Jean-Michel Jarre è stato protagonista, il 7 settembre, di un megaconcerto nella wind-farm di Aalborg, nel nord della Danimarca, per celebrare l’energia eolica che attualmente fornisce il 15% dell’elettricità consumata dai danesi. Il compositore ha affermato che le energie rinnovabili ”non sono più un sogno new age, ma una priorità assoluta per il pianeta”. Jarre, accompagnato sulla scena dai percussionisti danesi Safri e dall’orchestra sinfonica di Aalborg, ha utilizzato il ”canto” dei mulini a vento in composizioni inedite. Alcuni suoi grandi successi, in particolare “Oxygene”, sono stati completamente riarrangiati in questa ottica.

Prima del concerto si sono alternati diverse performance ispirate all’energia del vento, con una manifestazione di veicoli aerei ultra-leggeri, una di paracadutismo, acrobazie aeree, uno spettacolo di danza. L’energia elettrica necessaria per il concerto è stata completamente fornita dalla centrale eolica della Neg-Micon, costituita da 15 turbine da 750 kWp ognuna. ”I mulini a vento – ha spiegato Jarre – sono dei totem dell’alta tecnologia. Questo concerto celebra il vento come fonte di energia ma anche come veicolo di suoni, di immagini e di sogni”. L’evento, al quale hanno partecipato oltre 40.000 spettatori, è stato sponsorizzato dal comune di Aalborg, dalle aziende eoliche danesi Neg-Micon ed Elsam, dalla Muskelsvindfonden.

Per informazioni: Jean-Michel Jarre official site
http://jarre.net.free.fr

ESSICCATORI SOLARI: DALLA GERMANIA UNA TECNOLOGIA DI SUCCESSO

La compagnia tedesca Innotech ha messo a punto un innovativo essiccatore solare per frutta e vegetali che esporta in oltre 60 paesi. Sono oltre 1000 le unità vendute negli ultimi 3 anni. Si tratta di un prodotto che costituisce un ottimo esempio di esportazione di alta tecnologia a basso costo dai paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo, dove l’essiccatore viene principalmente richiesto. Più della metà dei raccolti nei paesi tropicali e subtropicali viene, infatti, sprecato a causa dell’impossibilità di conservare i prodotti. Un primo prototipo dell’essiccatore oggi commercializzato dalla Innotech fu sviluppato in collaborazione con l’Istituto di Ingegneria per l’Agricoltura dell’Università di Hohenehim.

L’essiccatore, detto anche “tunnel solare”, è costituito da una base coibentata lunga circa 20 metri e larga 2 sostenuta da cavalletti di circa 70 cm e coperta da una superficie trasparente. I primi 8 metri del tunnel costituiscono il collettore solare, con superfici nere che raccolgono il calore trasferendolo al flusso d’aria che scorre nel tunnel. Due o tre piccole ventole indirizzano quindi l’aria calda verso la superficie esterna del tunnel dove i prodotti da essiccare sono disposti su ripiani reticolati. Il prototipo è stato quindi migliorato in modo da abbassare il più possibile i costi e migliorare l’efficienza ed è stato dotato di un sistema di controllo automatico della temperatura tramite le ventole, che vengono alimentate sempre dall’energia solare grazie a pannelli fotovoltaici (20-50 Wp). I prezzi di vendita per unità non superano i 5.000 euro.

Per informazioni: Innotech Ingenieurgesellschaft mbH http://home.t-online.de/home/innotech.ing/solar1.htm

ENEL GREEN POWER PUNTA SULL’EOLICO NEL MEZZOGIORNO CON 300 MILIONI DI KWH

Enel GreenPower, società del gruppo Enel, ha annunciato la prossima realizzazione di 9 centrali eoliche in Sicilia, Sardegna, Basilicata e Molise con una producibilità totale di oltre 300 milioni di kWh. In questo contesto si inserisce il progetto che ha visto l’italiana IWT aggiudicarsi la prima gara per la fornitura delle macchine eoliche necessarie alla realizzazione degli impianti, per un importo complessivo di 89 milioni di euro.

Con le future nove, le centrali eoliche di Enel Greenpower assommeranno a 153, installate tra l’Italia e le Americhe. Lo rende noto la stessa società in un comunicato, precisando che con il nuovo progetto si “conferma l’impegno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili al fine di rispettare gli obiettivi di Kyoto”. Enel GreenPower dispone attualmente di oltre 2.600 MW di capacità installata tra impianti eolici, geotermici, idroelettrici, fotovoltaici, biomasse e biogas. La società opera, oltre che in Italia, negli Usa, in Canada, Costa Rica, Guatemala, El Salvador e Cile.

Per informazioni: Enel GreenPower

PARTICOLARE SISTEMA FV FRANGISOLE ALLA SEDE DELLA CAROLI GIOVANNI SPA

La Caroli Giovanni spa, azienda attiva nel settore energetico, ha installato presso la propria sede centrale di Faenza (RA) un innovativo sistema fotovoltaico a frangisole, realizzato dalla SE Project. L’idea degli architetti è di creare un sistema esteticamente simile alla chioma di un albero che ombreggia l’edificio e l’area circostante (vedi foto).

Il frangisole FV occupa una superficie di 45,42 m2 ricoperta da 32 moduli in silicio monocristallino su vetro temperato, laminati con tedlar trasparente per favorire il passaggio della luce. I moduli, disposti su quattro file da otto colonne, sono sorretti da una struttura autoportante in acciaio alta 13 metri che permette l’eventuale automatizzazione dei due movimenti di inclinazione e rotazione, con un incremento, in questo caso, del 30 % della produzione di energia elettrica. Il sistema può produrre una media di 5.400 kWh/anno utilizzati per alimentare pompe di calore per la climatizzazione estiva ed invernale dell’edificio.

Per informazioni: SE Project – www.se-project.it

NUOVI INCENTIVI PER L’ENERGIA VERDE IN OLANDA

Il nuovo governo olandese ha presentato nel mese di settembre la finanziaria per l’anno 2003 in cui si prevede una nuova normativa a sostegno dell’elettricità “verde” prodotta anche da fonti rinnovabili che va a rimpiazzare i precedenti sussidi all’energia pulita. La nuova tassa sulla produzione di energia di “qualità ambientale” andrà a vantaggio dei produttori olandesi di elettricità da rinnovabili e con impianti di cogenerazione, permettendo loro di non aumentare i prezzi al consumatore. L’incentivo previsto sarà pari a 3,5 euro-cent/kWh. Le risorse per costituire questo fondo saranno realizzate con gli introiti provenienti dai consumatori finali di energia (al massimo 34 euro per ogni connessione). Si prevede che il fondo avrà un ammontare di circa 250 milioni di euro.

NEL 2020 L’ENERGIA EOLICA COPRIRÀ IL 12% DEL FABBISOGNO MONDIALE DI ELETTRICITÀ

Lo studio “Wind Force 12” ritiene fattibile economicamente e tecnicamente che al 2020 siano installati 1.260.000 MW eolici in grado di rispondere al 12% della domanda globale di elettricità. Condizione necessaria: uno stabile sostegno politico al settore

A distanza di 3 anni dal rapporto “Wind Force 10”, è uscito uno studio più aggiornato, “Wind Force 12 – A blueprint to achieve 12% of the world’s electricity from wind power by 2020”, che ha lo scopo di valutare se sia fattibile per l’energia eolica soddisfare il 12% della domanda globale di elettricità per il 2020. Lo studio è stato realizzato dall’EWEA e da Greenpeace sulla base dei dati forniti della società danese BTM Consult. Wind Force 12, riesamina questa penetrazione della tecnologia, portandola appunto dal 10 al 12%, sulla base di riduzione delle previsioni della IEA nella crescita mondiale dell’elettricità e, allo stesso tempo, per la rapidissima crescita dell’industria eolica di questi ultimi anni.

Attualmente nel mondo sono stati superati i 25.000 MW di potenza, con oltre 55.000 turbine eoliche installate in 45 paesi (il 70% della potenza è in Europa), capaci di rispondere alla domanda di elettricità di circa 14 milioni di abitazioni (oltre 35 milioni di persone). L’industria, che ha recentemente registrato un tasso di crescita annuale di quasi il 40%, occupa circa 70.000 addetti per un giro di affari di oltre 5 miliardi di dollari. Il rapporto non è uno studio previsionale ma di fattibilità relativamente alla possibilità di soddisfare quel 12% dei bisogni mondiali di elettricità al 2020; tale obiettivo parte da un’ipotesi di scenario (“business as usual”) del settore elettrico con domanda globale 2020 di 25.800 TWh; la generazione da fonte eolica per l’ottenimento della quota del 12% dovrà dunque essere di circa 3.000 TWh/anno.

Diversi studi confermano che le risorse eoliche mondiali sono molto elevate e ben distribuite in tutti i paesi; si stima che quelle disponibili e tecnicamente sfruttabili possano produrre 53.000 TWh per anno, che è quasi il doppio della domanda di elettricità prevista al 2020. Ovviamente è improbabile poter pensare ad uno sfruttamento di queste dimensioni per molti fattori che non staremo ad elencare. Tuttavia non sembra che ci siano notevoli ostacoli all’integrazione di grandi quantità di energia eolica nella rete elettrica. Nella Danimarca dell’ovest sono stati gestiti anche livelli di picco del 50% in periodi molto ventosi e le più caute ipotesi ritengono che un limite del 20% di penetrazione sia facilmente raggiungibile.

Sulla base dei recenti trend è possibile aspettarsi che l’eolico cresca ad un tasso medio annuale del 25% nel periodo 2002-2007; tra il 2008 ed il 2012 la crescita annuale si ridurrà al 20% per anno; dopo questo periodo si passerà ad un tasso del 15% (2013-2015), fino a raggiungere il 10% nel periodo 2016-2020, sebbene le installazioni annuali avranno un livello sempre molto elevato (107.000-150.000 MW) (per dati cumulativi, vedi tabella).

Anno

Installazioni cumulative (MW)

2001

24.900

2007

120.600

2012

352.241

2015

610.001

2020

1.261.157

Per il raggiungimento di questi obiettvi sarà importante in Europa favorire il mercato dell’eolico offshore, mentre nel paesi in via di sviluppo è necessario attivare delle politiche stabili che favoriscano gli investimenti nel settore. L’investimento annuale richiesto, che parte da un livello di 5,2 mld di dollari nel 2001, raggiungerà il massimo picco nel 2020 con 67 mld di $, con un investimento totale stimato in 628,6 mld di $ per tutto il periodo considerato.

Come si ridurranno i costi? Attualmente, nell’ipotesi delle migliori condizioni di installazione, gli investimenti necessari per kW si aggirano intorno ai 765 $ ed il prezzo per kWh prodotto è di circa 3,61 centesimi di $. In base alle ipotesi definite dalla teoria della curva di apprendimento industrialeci ci si può attendere che il costo unitario scenderà , al 2020, a 2,11 cent$, con un costo di 447 $ per kW installato, quindi con una riduzione del 41% rispetto ad oggi.

DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Nell’ambito di una Convenzione tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Servizio IAR – Inquinamento Atmosferico e Rischi Industriali) e ISES ITALIA, questa rubrica de “Ilsoleatrecentosessantagradi” è dedicata alle informazioni sui programmi e le iniziative per le fonti energetiche rinnovabili del Ministero dell’Ambiente. La pagina è redatta in collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente (Servizio IAR) ed ISES ITALIA.
GRADUATORIE PER IL PROGRAMMA “ISOLE MINORI” E RIPARTIZIONE DELLE RISORSE PER I NUOVI BANDI REGIONALI DEL PROGRAMMA “TETTI FV”
in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – Servizio IAR

LE GRADUATORIE E I PROGETTI APPROVATI PER IL PROGRAMMA “ISOLE MINORI”

Con il Bando denomito “Isole Minori”, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha avviato un programma di co-finanziamento per la realizzazione di progetti inerenti il risparmio energetico, l’impiego delle fonti di energia rinnovabile e la mobilità sostenibile nelle isole minori italiane. Dodici isole hanno presentato studi di fattibilità per interventi energetici e sette isole per interventi sulla mobilità. I progetti preliminari presentati costituiscono un importante strumento di analisi della situazione energetica e della mobilità delle isole minori italiane, in grado di suggerire valide soluzioni sia a breve, sia a medio e lungo termine. Per il finanziamento di interventi nel settore energetico la commissione tecnica del Ministero ha stilato la graduatoria esposta nella tabella 1.

tabella 1

 

 

Fonti Rinnovabili e
Risparmio Energetico

Pantelleria

1a

Ventotene

2a

Gorgona

3a

Giglio

4a

Panarea

5a

Favignana

6a

Capri

7a

Palmarola

8a

Capraia

8a

Maddalena e Asinara

9a

Lipari

10a

Salina

11a

 

 

Per la mobilità sostenibile sono state selezionate le isole di Ischia, Pantelleria, Procida, Ponza, Asinara, La Maddalena e Panarea. Le risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero ammontavano a 3,6 milioni di euro per interventi relativi al risparmio energetico ed alle fonti rinnovabili e 2,6 milioni di euro per interventi relativi alla mobilità sostenibile. Grazie a questa disponibilità di risorse e sulla base delle considerazioni tecnico-economiche emerse nella fase di valutazione, è stato possibile ammettere al cofinanziamento i progetti presentati dalle prime 5 isole classificate nel settore energetico (Pantelleria, Ventotene, Gorgona, Giglio, Panarea) e dalle prime 3 isole classificate nel settore della mobilità (Ischia, Pantelleria, Procida). Nella tabella 2 vengono indicati gli interventi ammessi nel settore energetico e la percentuale di contributo accordata.

tabella 2 – Bando “Isole Minori”: progetti ammessi a finanziamento nel settore energetico.

tabella 2 – Bando “Isole Minori”: progetti ammessi a finanziamento nel settore energetico.

 

Interventi ammessi

Investimento Ammesso

Contributo Concesso

% cofinanz.

Isola

Eolico

FV

Solare Termico

Risparmio Energetico

migliaia di euro

Pantelleria

660 kW

100 kW

758 m2

campagna URE

2.849

1.137

40%

Ventotene

126,29 kW

494 m2

lampade, pompe

1.767

1.063

60%

Gorgona

50 kW

455 m2

caldaie, lampade

1.153

407

35%

Giglio

535 kW

13,65 kW

346 m2

pompe

1.727

466

27%

Panarea

studio

33 kW

60 m2

363

205

56%

 

RIPARTIZIONE NUOVE RISORSE PER IL PROGRAMMA TETTI FV

Il decreto 24 luglio 2002 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio pubblicato sulla G.U alla fine di agosto ha definito la ripartizione tra le Regioni delle nuove risorse finanziarie per il Programma Tetti Fotovoltaici (tabella 3). Complessivamente il MATT ha stanziato 13.894.268 euro, ripartiti in base al numero degli abitanti delle Regioni che hanno aderito al programma, impegnandosi a co-finanziarlo al 50%. Ulteriori risorse già disponibili verranno stanziate dal MATT con uno specifico decreto che definirà anche le linee guida ed i tempi di pubblicazione dei nuovi bandi regionali, che si prevede verranno pubblicati entro la fine dell’anno. Complessivamente il nuovo Programma “Tetti Fotovoltaici” disporrà di risorse pubbliche (ministeriali e regionali) per oltre 50 milioni di euro.

tabella 3: ripartizione delle risorse tra le Regioni

Regioni/Provincie Autonome

Ripartizione delle Risorse (euro)

Piemonte

1.052.890

Valle d’Aosta

28.371

Lombardia

2.167.188

Sardegna

403.346

Prov. Aut. Di Bolzano

107.798

Prov. Aut. Di Trento

110.084

Veneto

1.072.034

Friuli Venezia Giulia

293.083

Liguria

410.206

Emilia Romagna

956.705

Toscana

863.820

Umbria

198.665

Marche

349.744

Lazio

1.257.911

Abruzzo

305.659

Molise

80.975

Campania

1.377.797

Puglia

986.651

Basilicata

149.404

Calabria

506.604

Sicilia

1.215.335

TOTALE

13.894.269

La Sicilia, unica Regione a non aver partecipato alla prima fase del programma 2001/2002, pubblicherà entro il mese di ottobre il bando unendo le risorse “vecchie” e le nuove, per un totale di 6.535.000 euro. Dei progetti approvati nell’ambito della prima fase del Programma dedicata ai soggetti pubblici sono oltre 50 quelli già ultimati. Fra questi l’impianto da 20 kWp realizzato presso l’Università di Ancona di cui descriveremo le caratteristiche tecniche in un prossimo numero.

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (SIAR)

Numero verde per informazioni sul Programma “Tetti Fotovoltaici”: 800 466 366

Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 17.

Gli operatori forniscono informazioni sulla tecnologia fotovoltaica e in particolare sugli impianti FV integrati negli edifici e collegati alla rete elettrica; sulle possibilità offerte dai programmi di incentivazione governativi; sulle modalità di accesso ai finanziamenti; aggiornamenti sui bandi regionali del programma Tetti FV.

FOCUS TECNOLOGIA

RISORSE ENERGETICHE RECUPERABILI DAI RIFIUTI IN ITALIA

Sono decine di tonnellate equivalenti di petrolio le quantità di energia primaria delle biomasse contenuta nei rifiuti. L’importanza di definizioni e classificazioni chiare per la loro qualificazione energetica.

a cura di Angelo Gerli – ITABIA (Associazione Italiana Biomasse)

Tra tutte le risorse energetiche un ruolo primario, almeno da un punto di vista quantitativo, è certamente da riconoscere a quelle potenzialmente ricavabili dai rifiuti, cioè dagli scarti derivanti dalle attività umane. La definizione esatta di rifiuto è, come è noto, oggetto di grande discussione, in particolare a livello di legislazione italiana; ancora più discussa è la “rinnovabilità” che, in linea di principio, non può essere associata all’intero insieme delle sostanze presenti nei rifiuti. Più in particolare poi andrebbe decisamente escluso dall’insieme dei “rifiuti” tutto il materiale vegetale non trattato derivante dalle attività agricole e forestali (biomasse vegetali) che, oltre a non creare impatti rilevanti sull’ambiente, conserva integralmente la caratteristica di fonte rinnovabile. A questo proposito l’attuale normativa italiana, che riprende in parte quella europea, classifica i rifiuti in:

Rifiuti solidi urbani, se legati ai consumi della popolazione
Rifiuti speciali, se derivanti da attività produttive e terziarie, incluse le attività agricole e zootecniche.
Il ruolo che i rifiuti possono assumere a fini energetici risulta evidente ove si consideri il fatto che l’energia potenzialmente ricavabile dai 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani che vengono prodotti annualmente in Italia è stata stimata dell’ordine di grandezza di 7 milioni di MWhe/anno, che corrispondenti a circa il 12% del fabbisogno nazionale di energia elettrica ad uso domestico. In effetti, attualmente gli impianti italiani che utilizzano rifiuti urbani per produrre energia, ne bruciano 2,2÷2,4 milioni di tonnellate all’anno, cioè circa il 7,5% dei rifiuti prodotti, si tratta di quantitativi ancora modesti se confrontati con una media europea di circa il 25%. Più difficile risulta la quantificazione dell’attuale utilizzo energetico derivante dai circa 59 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (tabella 2) che annualmente vengono prodotti nel nostro paese; si stima tuttavia che questa cifra sia senz’altro molto significativa.

Il risparmio energetico, in termini di riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili, è una motivazione importante a favore del recupero energetico dei rifiuti, ma anche altre esigenze dovrebbero spingere verso questa forma di utilizzo. Il recupero energetico, opportunamente integrato col riciclaggio dei rifiuti finalizzato al recupero di materiali ancora riutilizzabili ed attuato con opportune cautele per la combustione ecologicamente compatibile, permetterebbe di ridurre l’emissione dei gas serra, ed, in generale, dei gas e degli effluenti nocivi per la salute e per l’ambiente; inoltre risulterebbe determinante allo scopo di ottenere la riduzione dei quantitativi di rifiuti destinati al deposito improduttivo, e tendenzialmente dannoso, in discarica.

In sintesi: un sapiente bilanciamento sinergico tra recupero di energia e riciclaggio dei materiali consente di ottimizzare il ciclo di trattamento dei rifiuti, minimizzandone l’impatto ambientale. L’importanza di questa centralità sarà evidenziata dalla manifestazione “Ricicla 2002”, in programma a Rimini dal 6 al 9 novembre, da quest’anno affiancata da “Ricicla Energia”.

Per analizzare, seppure a grandi linee, le metodologie con le quali possono essere sfruttate le risorse energetiche rinnovabili presenti nei rifiuti, facendo riferimento al contesto italiano, è opportuno considerare separatamente, per omogeneità con il quadro normativo, le situazioni inerenti i rifiuti urbani ed i rifiuti speciali. La tabella 1 riporta gli ordini di grandezza delle quantità di energia primaria da biomasse presenti nei rifiuti urbani e nei rifiuti speciali di origine agricola, zootecnica e agroindustriale.

Tabella 1 – Energia primaria da biomasse in Italia

Biomasse

Quantità prodotta
(Mtep/anno)

Quantità utilizzata nel ‘98
(Mtep)

Legno e residui agricoli, forestali, agroindustriali

13

0,95 (in commercio)
3 – 5,4 (fuori commercio)

Rifiuti Solidi Urbani

5

0,27

Liquami

8

0,14

Biocombustibili

0,1

0,08

Totale

26

4,45 – 6,85

Fonte: Elaborazione su dati ENEA-Portici

 

Il primo impulso allo sviluppo in Italia dei sistemi di incenerimento dei rifiuti per la produzione di energia risale agli anni ’70, in concomitanza con la crisi energetica e con il conflitto arabo-israeliano del ’73. I piani energetici nazionali di quegli anni e la legge 915 del 1982 sulla gestione dei rifiuti contenevano precise norme per lo sviluppo delle energie cosiddette alternative, ricavabili, in particolare, dai rifiuti.

Questa impostazione centrata essenzialmente sul recupero energetico fu progressivamente superata anche per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica a seguito di eventi come l’incidente di Seveso del 1976 che posero il problema dello smaltimento di rifiuti nocivi derivanti da impianti industriali. Da qui, l’impostazione del sistema di recupero energetico dei rifiuti non più in chiave unicamente energetica, ma con l’obiettivo di ottimizzare l’impatto ambientale derivante dall’intero ciclo di gestione dei rifiuti urbani. Ne derivano, da un lato, una particolare attenzione alle raccolte differenziate per intercettare quei flussi di rifiuti dai quali è possibile ricavare materie riutilizzabili, dall’altro lato, la tendenza a “qualificare” i rifiuti da utilizzare come combustibili, nell’intento di ridurne i volumi, salvaguardandone nel contempo il contenuto energetico.

Per quanto riguarda l’utilizzo energetico dei rifiuti solidi urbani si cerca di separare i rifiuti organici umidi da quelli secchi, che possono essere bruciati per produrre energia elettrica, o energia elettrica e calore, normalmente utilizzato in reti di teleriscaldamento. I rifiuti possono anche essere bruciati in impianti di combustione appositamente costruiti, o, più frequentemente, in impianti industriali, che bruciano contemporaneamente combustibili tradizionali e rifiuti. Attualmente in Italia risultano operativi una trentina di impianti “dedicati” a griglia mobile (i più recenti con griglie raffreddate ad acqua) o a letto fluido, ed altri tre dovrebbero entrare in funzione entro il prossimo anno per una capacità globale di combustione di 3 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti all’anno. Un dato indicativo dell’attenzione posta al problema della salvaguardia ambientale riguarda il costo del sistema di depurazione, dell’ordine del 50% o anche più, rispetto al costo dell’intero impianto. Tra gli impianti industriali che bruciano rifiuti urbani pretrattati, di importanza primaria sono i forni delle cementerie. La gestione dei rifiuti urbani secondo i criteri accennati si sta dimostrando utile per modificarne positivamente i risultati che ancora nel 1999 registrava l’invio in discarica del 74,4% dei rifiuti prodotti, e la percentuale rimanente suddivisa tra il 7,2% inviata in impianti “dedicati” per la produzione di energia, il 7,4% recuperato come materia od altro, l’8,1% inviato in impianti di selezione per la preparazione di compost, di frazioni secche, di CDR, il 2,9% utilizzato per la produzione di compost (dati ricavati dal “Rapporto Rifiuti 2001” di ANPA ed ONR). In questa sede non è possibile approfondire il tema dell’utilizzo energetico dei rifiuti speciali che rinviamo a un successivo “Focus Tecnologia”. Ricordiamo solo che il sopra richiamato “Rapporto Rifiuti 2001” riporta, riferiti al 1998, i dati descritti nella tabella 2.

Tabella 2

Produzione totale italiana di rifiuti speciali

Circa 59 milioni di tonnellate

per recupero di materia

18,9 milioni di t

per recupero di energia

1-1,5 milione di t

per trattamenti chimico-fisici o inceneriti

10,2 milioni di t

per il compostaggio

3,4 milioni di t

Si tratta di dati che andrebbero analizzati in dettaglio alla luce di elementi, non facilmente reperibili, che permettano una valutazione settoriale dei contenuti di energia primaria da biomasse e da altre fonti rinnovabili.

I vincoli legislativi

La normativa europea, a rigore, escluderebbe dalle fonti rinnovabili le frazioni di rifiuti solidi non di origine biologica, cioè le frazioni a maggiore contenuto energetico; la produzione di energia da tali frazioni non ottiene, di conseguenza, alcuna incentivazione dalle normative in vigore, nonostante i vantaggi sul piano della compatibilità ambientale e dei bilanci energetici.

In Italia il decreto n. 22 del 5 febbraio 1997 (“decreto Ronchi”) che recepisce le Direttive europee ed i decreti attuativi ad esso collegati, nel lodevole tentativo di proteggere l’ambiente per quanto riguarda il recupero energetico dai rifiuti, hanno dettato norme che vincolano le soluzioni tecniche e che si prestano a soluzioni difformi, col rischio di ottenere risultati contrari a quelli che ci si era prefissati. Basti pensare alla definizione di “rifiuto” che, a rigore, include, con i conseguenti vincoli per la combustione, anche scarti di produzione con caratteristiche chimico-fisiche del tutto eguali a quelle dei combustibili più tradizionali (ad es., il legno).

Tra i decreti attuativi del DL 22 si può infatti prendere in considerazione quello emanato il 5 febbraio 1998, che definisce alcune categorie di rifiuti, tra cui il CDR, che dovrebbero essere assimilate ai combustibili, ma che contemporaneamente pone condizioni molto limitative al loro utilizzo. L’articolo 14 della nuova legge 178 dell’ 8 agosto 2002 dovrebbe chiarire il concetto di rifiuto, ma sembrerebbe lasciare inalterata la situazione per quanto riguarda l’utilizzo energetico, e, d’altra parte, continua a ritardare l’emanazione di una nuova legge di aggiornamento sull’intero settore dei rifiuti, legge che dovrebbe anche superare le incongruenze del decreto del 5 febbraio 1997.

NOTIZIE DA ISES ITALIA

ISES Italia organizza il 16° corso su
I SISTEMI FOTOVOLTAICI: PROGETTAZIONE TECNICO-ARCHITETTONICA
Roma, 11-14 novembre 2002 (orario: 14 -19)

Facoltà d’Ingegneria Università di Roma “La Sapienza” – Via Eudossiana 18
Coordinatore tecnico-scientifico: Arch. Patricia Ferro

Il corso di 20 ore di lezione distribuite in quattro giorni di 5 ore ciascuno, è rivolto a progettisti, architetti, ingegneri, consulenti energetici, energy manager, docenti di istituti tecnici e professionali, rivenditori, responsabili di amministrazioni pubblici per l’energia, studenti che frequentino gli ultimi anni di università e che siano interessati alla progettazione dei sistemi fotovoltaici negli edifici.

Alla fine del corso è rilasciato un attestato di frequenza. Il numero dei posti è limitato a 40 partecipanti.

Il programma delle 4 giornate è diviso in:

  1. I sistemi fotovoltaici
  2. I sistemi fotovoltaici isolati
  3. I sistemi fotovoltaici integrati in architettura
  4. I sistemi fotovoltaici connessi in rete ed integrati negli edifici: criteri di progettazione

Il materiale didattico a disposizione di ogni partecipante: dispensa con i contenuti del corso

CD-Rom con software Sunchart e Programma per il calcolo di un lampione fotovoltaico
volume “Dal Sole: l’energia solare dalla ricerca spaziale agli usi sulla terra” di John Perlin, Edizione Ambiente (il testo di 192 pagine tratta la storia della tecnologia fotovoltaica)
l’ultimo numero della newsletter mensile di ISES ITALIA “Ilsolea360gradi”
Per informazioni sul programma, iscrizioni e modalità di pagamento:
ISES ITALIA – tel. 06 77073610-11
www.isesitalia.it

E’ ON LINE LA NUOVA VERSIONE GRAFICA DEL SITO INTERNET DI ISES ITALIA
www.isesitalia.it

INFORMAZIONI PIU’ COMPLETE SULLE TECNOLOGIE; AGGIORNATE LE LISTE DEI SOCI COLLETTIVI DI ISES ITALIA (AZIENDE ED ORGANIZZAZIONI DEL SETTORE DELLE RINNOVABILI) ED IL CATALOGO DELLE PUBBLICAZIONI; NUOVI DOCUMENTI DA SCARICARE.

IL SOLE NELLA CITTÁ L’USO DEL FOTOVOLTAICO NELL’EDILIZIA
di Mauro Spagnolo
FRANCO MUZZIO EDITORE – Editori Riuniti Collana “Energie” in collaborazione con ISES ITALIA
Anno 2002 – pp. 231 (17 x 24 cm)
Costo: 17,00 euro (Per i non Soci) – 12,50 euro (Per i Soci)

Codice catalogo pubblicazione ISES ITALIA: 15

ISES ITALIA ha avviato una collaborazione con Editori Riuniti per una Collana dedicata alle Fonti Energetiche Rinnovabili. L’obiettivo dell’iniziativa editoriale è di presentare il risultato del continuo sviluppo tecnologico registratosi negli ultimi anni e di offrire al lettore un quadro aggiornato delle potenzialità delle diverse tecniche di produzione energetica.

PRESENTAZIONE DEL VOLUME

Il volume costituisce uno studio organico sulle potenzialità dell’integrazione del fotovoltaico nell’architettura e nelle strutture che arredano le nostre città. Esso nasce da una duplice esigenza: fornire informazioni di base per chi volesse avvicinarsi al mondo del fotovoltaico e “mappare” le tipologie, fornendo criteri operativi, che rendano possibile il matrimonio tra l’architettura ed il fotovoltaico.

Questo doppio binario ha un ambizioso obiettivo: consentire la lettura del libro sia alle persone che si avvicinano per la prima volta al fotovoltaico, sia ai piú esigenti tecnici e professionisti del settore. Da un lato, infatti, la struttura di base del libro affronta i problemi principali di un sistema fotovoltaico integrato in un edificio in ordine alla progettazione, l’installazione, la manutenzione e la gestione; questo percorso porta all’individuazione di 25 possibili tipologie di impianti riportate in altrettante schede nelle quali, oltre alla descrizione di alcuni esempi di realizzazione, si trovano informazioni tecniche e dettagli costruttivi. Da un altro lato, poi, sono trattati gli aspetti piú propriamente tecnologici del fotovoltaico in Appendici monotematiche, sviluppate per soddisfare interessi specifici. Nel loro interno le informazioni sono semplici ed alla portata di tutti, ma con numerose parti di maggior dettaglio tecnico, indirizzate a chi volesse approfondire alcuni particolari aspetti.

TECNOLOGIE SOLARI E ARCHITETTURA
di AA.VV.
EDICOM EDIZIONI – ISES ITALIA Collana “architettura sostenibile”
Anno 2002 – pp. 80 (17 x 24 cm)

Costo: 12,50 euro (Per i non Soci) – 10,00 euro (Per i Soci)

Codice pubblicazione ISES ITALIA: 16

Atti del seminario “Tecnologie solari e architettura: possibilità e potenzialità di integrazione” tenutosi a Bologna il 22 marzo 2002. Seminario promosso da EdicomEdizioniEventi in collaborazione con ISES ITALIA nell’ambito del convegno “Costruire in bioedilizia. Progetto tecniche e materiali ecocompatibili” – Saiedue-Naturpolis 2002.

PRESENTAZIONE

L’uso efficiente dell’energia negli edifici, insieme all’applicazione di tecnologie che utilizzino fonti rinnovabili, sono oggi strumenti chiave per migliorare l’efficienza energetica e ridurre i consumi di combustibili fossili e, di conseguenza, l’inquinamento ambientale. Il volume analizza le possibilità di integrazione delle tecnologie solari in architettura, illustrando esempi significativi di progettazione e tipologie di impianti. Viene inoltre proposto un quadro delle iniziative e degli incentivi offerti dal Governo per la diffusione delle tecnologie solari. In appendice, sono riportati due bandi del Ministero per l’Ambiente per l’impiego di tecnologie solari.

POSITIVO IL BILANCIO DELLA PRIMA EDIZIONE DELLA SUMMER ACADEMY FOR MEDITERRANEAN SOLAR ARCHITECTURE (SAMSA 2002)

Dal 1996 ISES International ha avviato lo svolgimento della Summer Academy of Solar Architecture con lo scopo di facilitare la diffusione dei più avanzati sistemi di progettazione e costruzione di edifici pubblici, commerciali e residenziali dal punto di vista dell’efficienza energetica e dell’integrazione delle tecnologie solari. La prima edizione dedicata all’architettura solare nell’area mediterranea (Summer Academy for Mediterranean Solar Architecture, SAMSA 2002) è stata organizzata a Roma dal 29 luglio al 10 agosto da ISES International, ISES ITALIA e la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, con il coinvolgimento di noti esperti del settore in qualità di docenti, quali Alexandros Tombazis, Brian Ford, Jaime Lopez de Asiain, Matheos Santamouris, Gilles Perraudin, Stefan Behnish e Gianni Scudo. Ai corsi hanno partecipato 45 giovani professionisti tra ingegneri, architetti e fisici nonché studenti degli ultimi anni di università provenienti dall’area mediterranea e dal Sud Africa.

Le attività didattiche hanno avuto un carattere interattivo e i partecipanti hanno sviluppato progetti ad hoc sotto la guida e con la collaborazione dei docenti. Temi quali l’illuminazione, la ventilazione e il raffrescamento naturali, le tecnologie solari e i componenti e materiali avanzati per l’architettura sono stati presentati considerando un approccio integrato alla progettazione ispirato alla sostenibilità energetico-ambientale sia per i nuovi edifici sia per quelli da risanare e restaurare, argomento quest’ultimo molto sentito nell’area mediterranea. Negli ultimi due giorni di workshop i partecipanti si sono riuniti in gruppi interdisciplinari con l’obiettivo di applicare in modo diretto le conoscenze e gli strumenti acquisiti durante il corso. I partecipanti non soltanto hanno elaborato interessanti proposte, ma soprattutto hanno sperimentato il confronto tra le varie discipline e compreso l’importanza di un lavoro di progettazione portato avanti contemporaneamente da architetti, ingegneri e consulenti energetici per migliorare i vari aspetti dell’edificio dal punto di vista architettonico, energetico e ambientale. Una giuria di docenti ha selezionato i progetti di maggior rilievo, tra cui uno relativo alla riqualificazione di una scuola media a Pescara e un progetto di ristrutturazione di un centro culturale in un’asta taurina dell’800 nei dintorni di Roma.

Per comprendere meglio gli elementi artistici degli edifici dell’area mediterranea, la relativa architettura e le tradizioni nella scelta dei materiali e nella costruzione, come anche per trarne ispirazione, sono state inserite nel programma della SAMSA visite guidate a monumenti (Colosseo e Palatino), musei romani (Palazzo Massimo) ed esempi di architettura energeticamente consapevole antica (Villa dei Quintili e Terme di Caracalla) e contemporanea (Museo dei Bambini di Roma). Una mostra di tecnologie solari aperta al pubblico è stata allestita dagli sponsors dell’iniziativa SAMSA (BP Solar, Costruzione Solari, ElettroSannio, Elsevier, James & James, Solarwall, Sonnenkraft e Wicona) nell’atrio della Facoltà, dove numerose persone hanno avuto la possibilità di documentarsi e vedere esposti sistemi solari termici e fotovoltaici. Per mantenere vivo e promuovere l’interesse ed i contatti, non solo tra i docenti e gli studenti partecipanti, ma anche tra coloro che si interesseranno alle iniziative della Summer Academy in futuro, ISES International attiverà all’interno del World-wide Information System for Renewable Energy (WIRE) una rete ed un forum virtuali dove sarà possibile scambiare idee ed esperienze sulla progettazione architettonica solare mediterranea.

In conclusione, il bilancio di questa prima edizione della SAMSA è senz’altro positivo, tanto da incoraggiarci a mirare ad obiettivi ancora più importanti per la SAMSA 2003, sempre in programma a Roma, che ha già ottenuto l’approvazione ed il sostegno finanziario dell’Unione Europea nell’ambito del programma ALTENER.

Per informazioni: ISES International – www.ises.org/samsa
Coordinatore tecnico scientifico della SAMSA per l’Italia:
Arch. Patricia Ferro – e-mail: ferro@isesitalia.it

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A tutti i Soci del 2002 verrà inviato il N.3 di marzo de “Ilsoleatrecentosessantagradi”, con l’inserto “Compatibilità ambientale degli impianti eolici” (24 pp.)

Per informazioni: www.ilsolea360gradi.it/abbonamento.htm

Hanno collaborato a questo numero:

Vittorio Bartolelli, Angelo Gerli

Numero chiuso il 7 ottobre 2002