Scarica il PDF: IlSolea360gradi – Anno VIII- N.7 Lug-Ago 2001
Newsletter mensile di ISES ITALIA
In questo numero:
- LE RINNOVABILI NEL RECENTE DIBATTITO INTERNAZIONALE
La nuova politica ambientale ed energetica statunitense condiziona i risultati del G8 di Genova e della 6a Conferenza delle Parti sul Clima di Bonn in merito allo sviluppo delle rinnovabili e alla riduzione delle emissioni di gas serra. - PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI: I COSTI DI IMPIANTI FINO A 5 KW DI POTENZA
Alcune informazioni utili ai potenziali proponenti secondo le analisi di un operatore - LE RACCOMANDAZIONI DELLA TASK FORCE DEL G8 PER LO SVILUPPO DEL MERCATO MONDIALE DELLE RINNOVABILI
- COMUNITÀ LOCALI A ENERGIA SOLARE
LE ATTIVITÀ PER LE RINNOVABILI DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - NEWS
- BP SOLAR APRIRÀ IMPIANTO PRODUTTIVO DA 60 MW IN SPAGNA
- LA SANYO SUL MERCATO EUROPEO CON I MODULI FV “DOUBLE FACE”
- PROGETTO INTERNAZIONALE DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE PER IL SOLARE TERMICO
- RAFFRESCAMENTO SOLARE: IN GERMANIA IL PRIMO IMPIANTO EUROPEO
- ENERGIA DA BIOMASSA PER LA FABBRICA DI SCI DELLA FISCHER IN AUSTRIA
- DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE
PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI: CONCLUSA LA PRIMA FASE
All’esame del Ministero dell’Ambiente le domande presentate dai soggetti pubblici. 36 i progetti già approvati. Entro l’autunno i bandi anche per i privati. - FOCUS TECNOLOGIA
I SISTEMI SOLARI AD ARIA - NOTIZIE DA ISES ITALIA
LE RINNOVABILI NEL RECENTE DIBATTITO INTERNAZIONALE
La nuova politica ambientale ed energetica statunitense condiziona i risultati del G8 di Genova e della 6a Conferenza delle Parti sul Clima di Bonn in merito allo sviluppo delle rinnovabili e alla riduzione delle emissioni di gas serra.
La Task Force per le energie rinnovabili, istituita un anno fa durante il vertice di Okinawa, allo scopo di individuare gli strumenti necessari a diffondere le energie pulite, ha presentato al G8 di Genova il suo rapporto (vedi anche “Ilsolea360gradi”, settembre 2000). Ricordiamo che la Task Force è presieduta dall’italiano Corrado Clini (Direttore generale del Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio) e da Mark Moody-Stuart (ex presidente del colosso petrolifero Shell) ed è composta da 31 membri, rappresentanti dei governi G8, esperti dei maggiori paesi in via di sviluppo, dell’International Energy Agency (IEA), responsabili delle istituzioni finanziarie multilaterali come la Banca Mondiale, rappresentanti delle organizzazioni ambientaliste e del settore industriale ed energetico. Il rapporto, che a causa delle divergenze sorte in seno alla Task Force, è stato firmato dai soli co-presidenti e non dagli altri membri dell’organismo, contiene una serie di raccomandazioni per favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, come l’eliminazione delle disparità finanziarie e dei sussidi che rendono l’energia rinnovabile meno conveniente delle fonti energetiche tradizionali fossili e nucleare (vedi articolo successivo).
La Task Force indica agli “8 Grandi” un obiettivo prioritario: fare in modo che entro il 2010 un miliardo di persone, cioè un sesto degli abitanti del pianeta, utilizzi fonti energetiche rinnovabili. Tecnologie solari come il fotovoltaico potrebbero costituire un’alternativa di sviluppo sostenibile per i paesi più poveri, per quei due miliardi di abitanti del mondo tagliati fuori dalla distribuzione di elettricità e quindi da tutti i servizi che essa comporta. Tale obiettivo potrà essere raggiunto solo se i paesi ricchi si impegneranno a farsi carico degli oneri della prima fase di sviluppo, imponendo in primo luogo alle agenzie di credito e alle istituzioni finanziarie di smantellare i sussidi forniti dai singoli governi ai combustibili fossili e al nucleare e ad aumentare la ricerca per le tecnologie alternative.
L’opposizione arriva, come era già stato annunciato, da Stati Uniti e Canada. I primi dichiarano di ritenere velleitaria l’idea di raggiungere in soli nove anni il traguardo prefissato dalla Task Force, esprimendosi a favore di una sorta di autodisciplina del mercato rispetto a un indirizzo sull’offerta di energia imposto ai governi. Il Canada si oppone allo smantellamento del sistema di aiuti al nucleare. Due no che, ovviamente, finiranno per condizionare la futura realizzazione del programma. Il documento della Task Force è stato ufficialmente solo “ricevuto” anche se il G8 presieduto dall’Italia ha dichiarato nel suo comunicato finale che “i suoi paesi membri concordano sulla necessità di ridurre i gas serra e sono decisi a lavorare insieme intensamente per il raggiungimento dell’obiettivo comune”. Riconoscono, inoltre, l’importanza delle energie rinnovabili e asseriscono che queste saranno “adeguatamente rappresentate nei loro piani nazionali”, seppur con strategie “basate sul mercato”. Nel documento finale si dichiara che, anche se tutti vogliono la riduzione delle emissioni che producono l’effetto serra, “al momento non siamo d’accordo sul Protocollo di Kyoto e la sua ratifica”.
Difficili trattative per salvare l’intesa di Kyoto si sono svolte anche durante la sesta “Conferenza delle Parti sul Clima” delle Nazioni Unite, tenuta a Bonn, in Germania, tra il 16 e il 27 luglio. Ricordiamo che il Protocollo, siglato nel 1997, stabiliva che entro il 2012 i paesi industrializzati dovessero ridurre in media del 5,2% le emissioni di anidride carbonica rispetto all’anno di riferimento 1990. Il Protocollo sarebbe entrato in vigore e diventato legge internazionale qualora fosse stato ratificato da almeno 55 paesi responsabili del 55% delle emissioni di gas serra prodotte nell’area industrializzata. Ad oggi solo 36 paesi hanno ratificato il Protocollo, tra cui un solo paese industrializzato, la Romania.
La ratifica degli impegni di Kyoto è stata oggetto di scontro tra l’Unione Europea, sostenitrice di un applicazione rigida del Protocollo, e gli Stati Uniti, che pretendevano una maggiore flessibilità allo scopo di non rallentare lo sviluppo economico con eccessivi vincoli ambientali. A Bonn gli Stati Uniti hanno ribadito la loro posizione contraria alla ratifica e, per evitare il collasso dell’accordo, si è arrivati a un compromesso che prevede un rilevante abbassamento della percentuale di emissioni di gas serra da ridurre entro il 2012, che dal 5,2 % è passata al 1,8%. L’UE ha inoltre dovuto aderire ad alcune pressioni e richieste poste da Giappone, Canada e Russia, per cui l’accordo ammette l’uso di foreste e suoli agricoli per scontare gli impegni di riduzione delle emissioni, i commerci internazionali di gas serra si potranno realizzare con maggior larghezza, i sistemi di controllo da vincolanti passano a volontari e non sono previste sanzioni. Sul nucleare c’è un invito ai paesi industriali ad astenersene, ma non un obbligo. L’accordo scaturito dall’incontro è un compromesso che segna un passo indietro rispetto alle posizioni dell’UE; tuttavia in molti auspicano che possa essere ratificato prima del Summit Rio+ 10 di Johannesburg nel settembre del 2002.
PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI: I COSTI DI IMPIANTI FINO A 5 KW DI POTENZA
Alcune informazioni utili ai potenziali proponenti secondo le analisi di un operatore
Alla vigilia della pubblicazione dei bandi regionali del Programma Tetti Fotovoltaici riservati anche ai soggetti privati riportiamo un’analisi dei costi di impianto propostaci da un operatore del settore che commercializza kit fotovoltaici (impianto completo di tutti i componenti, escluso il montaggio da parte dell’installatore) nell’idea di offrire ad un potenziale utente del Programma alcune informazioni che potrebbero essergli di aiuto nella valutazione dei costi ai quali deve fare fronte. A questo scopo ci è d’ausilio la tabella:
Esempi di costi (in migliaia di lire) per kit FV fino a 5 kWp
|
kWp |
prezzo kit |
+ margine installatore = |
prezzo impianto |
contributo (75%) del Min. Ambiente |
a carico proprietario |
recupero 36% IRPEF |
| 1 | 13.500 | 2.000 | 15.500 | 11.620 | 3.880 (1.550) | 1.950 |
| 1,5 | 17.900 | 5.350 | 23.250 | 17.440 | 5.810 (2.320) | 2.930 |
| 2 | 25.500 | 5.500 | 31.000 | 23.250 | 7.750 (3.100) | 3.900 |
| 2,5 | 31.000 | 7.750 | 38.750 | 29.060 | 9.690 (3.870) | 4.880 |
| 3 | 35.500 | 11.000 | 46.500 | 34.870 | 11.630 (4.650) | 5.860 |
| 4 | 51.000 | 11.000 | 62.000 | 46.500 | 15.500 (6.200) | 7.810 |
| 5 | 62.000 | 15.500 | 77.500 | 58.120 | 19.380 (7.750) | 9.770 |
Definita la potenza dell’impianto (prima colonna) viene automaticamente definito il prezzo dell’impianto (quarta colonna), prezzo ammesso dal bando semplicemente moltiplicando per 15,5 Mlit ogni kWp, come stabilito dal Ministero dell’Ambiente per impianti fino a 5 kWp. Si ricava quindi il contributo di legge previsto del 75 % (quinta colonna), ed il complemento necessario a carico del proprietario, pari al 25%, e all’IVA pari al 10% del costo dell’impianto (colonne successive) Sarà possibile recuperare dall’IRPEF il 36% dei costi effettivamente sostenuti, IVA compresa (ultima colonna). Va ricordato tuttavia che il prezzo del kWp installato potrebbe essere anche superiore a 15,5 milioni di lire, ma il contributo del 75% è limitato al solo costo ammesso; pertanto, la quota ad esso superiore verrebbe pagata interamente dal proponente. Dati i costi del kit (seconda colonna), resta automaticamente definito il valore residuo per gli altri costi, come trasporto, progetto, installazione (margine installatore – in terza colonna). Il proprietario dell’impianto dovrà presentare fatture di spesa pari al costo totale dell’impianto (15,5 Mlit x la potenza in kWp installata, più IVA) per ottenere il contributo di legge previsto; in alcuni casi il 50% potrà essere anticipato all’avvio dei lavori ed il saldo al collaudo, a presentazione fatture.
Operativamente, il proponente può contattare direttamente un installatore o una ditta fornitrice di kit FV, avendo preliminarmente verificato quanto segue:
- la disponibilità (proprietà o diritto di godimento) del tetto, terrazzo piano o tetto a falda dove installare i moduli;
- la misura (m2) degli spazi utilizzabili, anche suddivisi in più parti, con buona esposizione al sole (esposizione a sud e niente ombreggiamenti); occorrono circa 10 m2 per un kWp installato;
- la titolarità del contatore di energia elettrica (rilevare il numero del contratto);
- il tipo di connessione elettrica (220 V monofase, 380 V trifase, 220 V da trifase);
- i consumi elettrici su base annua (kWh) rilevabili dalle bollette; in base a tale indicazione si può determinare la potenza massima dell’impianto FV da installare, sulla base di una
- produzione utile di circa 1.300 kWh/anno per ogni kWp installato (centro Italia);
i costi che si è disposti a sostenere per l’impianto scelto, come da tabella.
Per una analisi di convenienza economica occorre considerare che il risparmio sulla bolletta elettrica è rappresentato dalla produzione (kWh) annua dell’impianto FV valorizzata al costo dei consumi evitati, cioè non pagati, compresa IVA. Grazie al “net metering” su base annua, previsto contrattualmente con l’installazione di un secondo contatore di immissione di energia in rete a fianco a quello tradizionale di consumo, si ha il vantaggio di non pagare di fatto i consumi più cari, oltre cioè le soglie di scatto tariffario. Indicativamente, per impianti di piccola taglia, tali consumi evitati possono essere stimati da un minimo di circa 370 lire/kWh ad un massimo che può superare le 600 lire/kWh. Occorre anche considerare che non è prevista, per opportuna semplificazione amministrativa, la “vendita” di energia alla rete, quindi non risulta conveniente (oltre che scoraggiato dalla normativa) produrre con l’impianto, su base annua, più di quanto si ritiene di consumare.
Un esempio
Realizzando un impianto da 2 kWp, che occupa uno spazio di 16-20 m2, a fronte di un costo di 31 milioni + IVA (3,1 milioni) per un costo totale di 34,1 milioni, si otterrà un contributo a fondo perduto di 23,25 milioni (75% di 31), restando a carico la differenza per 10,85 milioni.
A fronte di tale spesa l’utente dovrebbe poter godere di uno sgravio fiscale di circa 3,9 milioni di lire e di un alleggerimento della bolletta elettrica di circa 900.000 lire l’anno; l’impianto cioè si ripaga in circa 7-8 anni, a fronte di una vita tecnica dei moduli fotovoltaici di oltre 20 anni.
LE RACCOMANDAZIONI DELLA TASK FORCE DEL G8 PER LO SVILUPPO DEL MERCATO MONDIALE DELLE RINNOVABILI
Le raccomandazioni sullo sviluppo delle rinnovabili della Task Force G8 sono riportate in un rapporto consegnato, dopo un anno di lavoro, al summit di Genova dai due presidenti, Corrado Clini e Mark Moody Stuart (vedi articolo). Il documento, contenente 11 allegati, è una panoramica mondiale sugli strumenti economici ed i meccanismi di mercato per la promozione delle fonti rinnovabili, sui costi delle tecnologie, sui casi di successo e sui fallimenti nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo (pvs). L’approccio è tutto orientato secondo logiche di mercato, che siano in grado di rimuovere le barriere istituzionali ed economiche che impediscono alle fonti rinnovabili di essere competitive nei confronti delle fonti fossili.
Il rapporto della Task Force, che si rivolge principalmente ai paesi industrializzati, ha al centro della sua della strategia la riduzione dei costi delle tecnologie mediante l’espansione dei mercati. Dunque sarà necessario, in tempi rapidissimi, dare concreta attuazione ai piani esistenti o proposti a livello nazionale per ampliare la quota di energia rinnovabile, al fine di diminuire i costi e sostenere la loro crescita nei pvs. In pratica, i governi dovrebbero adeguare le loro politiche alle disponibilità dei consumatori a sostenere i costi per l’utilizzo delle fonti rinnovabili utilizzando i meccanismi di mercato nazionali: incentivi e quote pre-determinate nel portafoglio dell’energia. I paesi del G8 dovranno poi continuare a sostenere la ricerca e lo sviluppo di queste tecnologie in tutti i settori. La cooperazione con i pvs nella campo della R&S favorirà il trasferimento di tecnologie adeguate in tali paesi.
I paesi industrializzati dovranno destinare maggiori risorse ai trust fund delle agenzie finanziarie internazionali, ai quali potranno accedere proposte di progetti provenienti dal settore privato. Nel lungo periodo le industrie dovranno essere incoraggiate ad assumere impegni volontari per procurare e utilizzare le energie rinnovabili. I paesi del G8 dovranno invitare l’OCSE a considerare le questioni energetiche, incluse le rinnovabili, nel contesto degli obiettivi di sviluppo. Le agenzie bilaterali e multilaterali dovrebbero promuovere le rinnovabili nei progetti di sviluppo, quando il loro uso costituisca l’opzione a minor costo, sulla base dell’analisi del ciclo di vita. Una condizione essenziale per l’ampliamento del mercato del settore delle energie pulite e che i paesi del G8 aumentino i loro finanziamenti ai modelli innovativi di assistenza ai pvs, come quelli utilizzati dalla Global Environment Facility, dalla Banca Mondiale, dall’United Nations Development Program e da numerosi donatori bilaterali e privati.
COMUNITÀ LOCALI A ENERGIA SOLARE
LE ATTIVITÀ PER LE RINNOVABILI DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
in collaborazione con il Servizio Energia della Provincia Autonoma di Trento
Il Servizio Energia della Provincia Autonoma di Trento nasce nel 1980 per la gestione, dell’allora iniziale, politica energetica provinciale, avviata sulla scorta delle indicazioni di una “Proposta di Piano Energetico”. Già da quell’anno furono emanate una serie di Leggi provinciali con i seguenti obiettivi principali:
- diversificare le fonti energetiche, con una maggiore penetrazione del metano;
- valorizzare le fonti rinnovabili e in particolare modo la produzione di energia idroelettrica;
- incentivare il risparmio energetico e la razionalizzazione della domanda complessiva di energia. In particolare, una Legge provinciale, la 14/1980, intendeva favorire lo sviluppo del settore delle rinnovabili; la Legge è tuttora pienamente operativa.
La Legge provinciale n.14 del 1980 per il risparmio energetico e le fonti rinnovabili
La Legge Provinciale 29 maggio 1980, n. 14 e successive modificazioni promuove, avvalendosi dello strumento dell’incentivazione, il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti alternative di energia. Essa prevede la concessione di contributi in conto capitale per interventi di coibentazione termica di edifici esistenti, per l’installazione di caldaie ad alto rendimento e di impianti a collettori solari, per interventi di risparmio energetico nei settori agricolo e industriale, ecc. I contributi vengono erogati con regolarità fin dal 1980. Poiché tale legge è sempre stata finanziata con fondi propri della Provincia, la presentazione delle domande è sempre aperta e non è subordinata a specifici bandi, tipici di altre Regioni.
I settori e le tecnologie ammissibili a contributo, nonché i criteri tecnico-economici per la valutazione delle domande e per la compilazione delle graduatorie sono stabiliti da una “Delibera dei criteri” a valenza generale, che viene rinnovata qualora si ravvisi la necessità di modificazioni. I settori finanziati sono: Agricoltura, Edilizia civile, Industria e Artigianato, Turismo e Commercio. L’entità dei contributi, come detto, solamente in conto capitale, è generalmente del 25%, con l’eccezione degli impianti solari termici e a biomasse al 35%, e degli impianti solari fotovoltaici al 70%. Livelli di contributo specifico sono poi previsti per gli Enti Pubblici (70%) e per interventi in zone svantaggiate del territorio provinciale (50%). Riguardo alla tipologia degli interventi, la tabella ne riporta i principali con i rispettivi trend degli ultimi anni.
I progetti presentati sono stati finora quasi tutti finanziati, escludendo una quota fisiologica di domande respinte per motivi amministrativi. Nel 2000 delle 2.829 domande presentate, 2.725 sono state finanziate, con un investimento della Provincia pari a 31 miliardi di lire (155 mld gli investimenti totali indotti). La realizzazione di questi invertenti consentirà un risparmio annuale di quasi 20.000 tep, evitando l’emissione in atmosfera di 67.000 t di CO2 e creerà una occupazione locale di circa 1350 unità. Recentemente molto interesse stanno suscitando gli impianti fotovoltaici, sulla scorta del programma nazionale “Tetti fotovoltaici”, e una nuova tipologia di intervento denominata “edifici a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale”.
Un ulteriore settore di grande interesse è costituito dagli impianti di teleriscaldamento alimentati a biomassa (riportati, tra gli altri, nella voce “Reti energetiche”). Infatti, questi impianti, affiancati alla promozione di impianti di tipo individuale, sono molto importanti per la Provincia di Trento non solo per la loro rilevanza tecnico-economica ed energetica, ma anche per il positivo impatto sul sistema socio-economico provinciale e, in particolare, sulla gestione delle foreste. La valutazione tecnico-economica dei progetti è condotta all’interno del Servizio Energia che è responsabile di tutta l’istruttoria tecnica e amministrativa. L’ordinamento dei progetti è eseguito sulla base di priorità fissate dalla Giunta provinciale (reti energetiche, edifici a basso consumo, solare termico e fotovoltaico, impianti a biomassa, ecc. e, all’interno della stessa tipologia, sulla base del rapporto energia risparmiata/spesa ammessa). I progetti di rilevante impegno economico sono soggetti al vaglio del Comitato Tecnico Amministrativo provinciale e quelli sopra le soglie regolamentari sono sottoposti alla Valutazione d’Impatto Ambientale. La lunga consuetudine da parte di tecnici ed imprese alla progettazione e alla realizzazione degli interventi garantisce, in genere, una buona qualità degli stessi; si ritiene che ciò sia anche il frutto della costante attività di formazione e informazione e della continuità dei finanziamenti provinciali.
La Provincia ha da sempre accompagnato il sostegno economico ai progetti con una intensa attività di formazione e informazione che ha compreso:
- la regolare partecipazione al “Salone del risparmio energetico e delle energie alternative”, che si svolge annualmente a Trento, con la preparazione e la distribuzione di materiale divulgativo e l’attivazione di campagne informative sui principali mass-media;
- la stampa e la distribuzione di pubblicazioni ad alto contenuto tecnico-formativo per progettisti, imprese e studenti;
- l’organizzazione e/o la partecipazione a numerosi incontri presso le scuole di ogni ordine e grado, con particolare riguardo agli istituti tecnici e professionali e all’Università di Trento;
- l’organizzazione e/o la partecipazione a corsi di formazione ed aggiornamento per tecnici ed operatori, in collaborazione con le associazioni e le categorie professionali.
I risultati delle azioni di sensibilizzazione possono essere valutati nelle loro conseguenze pratiche prendendo in considerazione l’andamento delle richieste di contributo presentate, come si dimostra dalla tabella in basso e dal grafico (Risparmio energetico annuo e progressivo nella Prov. di Trento).
Tabella – Numero di interventi per tecnologia
| TECNOLOGIE |
1997 |
1998 |
1999 |
2000 |
2001 * |
| Impianti a collettori solari |
263 |
467 |
724 |
879 |
1.045 |
| Impianti fotovoltaici |
4 |
6 |
7 |
30 |
56 |
| Generatori di calore |
314 |
1.190 |
1.394 |
1.789 |
1.600 |
| Coibentazioni termiche |
368 |
573 |
690 |
914 |
205 |
| Generatori a biomassa ** |
8 |
6 |
8 |
63 |
23 |
| Reti energetiche *** |
1 |
1 |
0 |
4 |
10 |
| Edifici a basso consumo |
0 |
0 |
0 |
7 |
79 |
| Totale interventi **** |
958 |
2.243 |
2.823 |
3.686 |
3.018 |
| Totale domande presentate |
670 |
1.679 |
2.117 |
2.829 |
2.569 |
Note alla tabella:
* per l’anno 2001, dati stimati sulle domande in istruttoria
** impianti individuali
*** comprende anche teleriscaldamento a biomassa
**** una domanda può comprendere più interventi
Si possono pertanto fare alcune considerazioni:
- il trend del numero e dell’ammontare degli investimenti indica un livello di interesse crescente da parte di cittadini e imprese;
- si ottengono consistenti e crescenti risparmi energetici ed economici per le famiglie e le imprese della provincia;
- si conferma che una costante politica di sostegno al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili permette di attivare un circolo virtuoso di considerevole rilevanza economica i cui benefici ricadono prevalentemente nello stesso territorio; ciò favorisce la creazione di un cospicuo numero di posti di lavoro, la nascita e la crescita di aziende di produzione e di servizi nel settore dell’energia, l’acquisizione di know-how specifico da parte di professionisti ed imprese;
- infine, ma non per ultimo, la riduzione dei consumi comporta la mancata emissione di notevoli quantità di agenti inquinanti e di gas ad effetto serra.
Per informazioni:
Provincia Autonoma di Trento Assessorato all’Urbanistica Fonti Energetiche e Riforme Istituzionali – Servizio Energia
tel: 0461/495712 – fax: 0461/495686
e-mail: serv.energia@provincia.tn.it – www.provincia.tn.it/energia
NEWS
BP SOLAR APRIRÀ IMPIANTO PRODUTTIVO DA 60 MW IN SPAGNA
La BP, terza compagnia petrolifera mondiale, investirà 120 milioni di euro (circa 240 miliardi di lire) per realizzare il più grande impianto europeo per la produzione di celle fotovoltaiche. L’impianto, che dovrebbe essere operativo entro la fine del 2002, verrà realizzato in Spagna nell’area settentrionale di Madrid, e sarà in grado di produrre annualmente 60 MW di celle FV, con un potenziale di espansione fino a 100 MW. La BP ha già firmato l’acquisizione dell’impianto per la lavorazione dei semiconduttori della statunitense “Agere Systems” che, una volta convertito alla produzione di celle solari in silicio cristallino ad alta efficienza, impiegherà oltre 600 lavoratori.
Il nuovo impianto consentirà alla compagnia di quintuplicare la sua presenza nel settore della produzione fotovoltaica in Spagna, dove la BP possiede già altre linee produttive, sempre nell’area madrilena, e di espandersi nei mercati europei, in particolare in Germania e Francia. La BP, con impianti operativi in Australia, USA, India ed Europa, detiene attualmente il 20% del mercato fotovoltaico mondiale con una produzione superiore ai 40 MW (nel 2000) che risulterà più che duplicata con l’avviamento dell’impianto spagnolo.
Per informazioni: BP Solar – www.bpsolar.com
LA SANYO SUL MERCATO EUROPEO CON I MODULI FV “DOUBLE FACE”
La Sanyo Energy Corporate, sussidiaria europea della società giapponese, ha recentemente inaugurato a Monaco un settore completamente dedicato all’elettricità solare. La società rafforzerà la sua posizione sul mercato europeo del fotovoltaico, dove intende proporre, oltre alle celle in silicio amorfo, anche un nuovo prodotto, una cella solare in silicio amorfo e monocristallino denominata HIT (Heterojunction with Intrinsic Thin-layer). Le celle HIT, realizzate depositando uno strato ultrasottile di silicio amorfo su un substrato di silicio monocristallino ad alto rendimento, consentono di ottenere un’efficienza di conversione pari al 17,3%, un fattore tra i più elevati per le celle di tipo commerciale attualmente presenti sul mercato. Le celle di questo tipo sono più sottili delle normali celle in silicio cristallino (200 micron invece di 350) e in fase di fabbricazione utilizzano meno energia di quelle tradizionali, poiché il processo di giunzione richiede temperature di soli 200°C.
Ulteriori vantaggi sono rappresentati da una minore perdita di efficienza durante il funzionamento ad elevate temperature, ma soprattutto dalla struttura simmetrica che permette alla cella HIT di generare corrente da entrambi i lati. La “strategia europea” della Sanyo dovrebbe consentire alla società un approdo sicuro per l’esportazione dei propri prodotti e per l’espansione in un mercato di fondamentale importanza per i suoi interessi, fortemente danneggiati a causa dell’espulsione dal programma giapponese “Tetti Fotovoltaici”. Il METI (Ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria) ha infatti imposto alla Sanyo il divieto di vendere i propri prodotti nell’ambito del programma per aver intenzionalmente venduto sul mercato nazionale dei moduli FV difettosi.
Per informazioni: Sanyo Energy (Europe) Corporate GmbH
www.sanyo-energy-europe.com
PROGETTO INTERNAZIONALE DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE PER IL SOLARE TERMICO
E’ partito il progetto Europeo Altener Qualisol, promosso e coordinato da Ambiente Italia srl con l’obiettivo di realizzare un ampio intervento di qualificazione professionale nel settore del solare termico. Oltre all’Italia, hanno aderito al progetto Germania, Paesi Bassi e Portogallo. Le prime fasi operative, che si dovrebbero concludere entro la primavera 2002, prevedono la creazione di sedi per la formazione, la produzione di testi per i docenti e di materiale didattico, specificatamente indirizzato alle esigenze degli artigiani termoidraulici.
Queste attività verranno eseguite in stretta collaborazione con i produttori ed i rivenditori, affinché il materiale didattico rispecchi l’effettivo stato dell’arte del mercato italiano. L’efficacia del progetto Qualisol sul territorio nazionale è garantita dalla partecipazione di partner con un forte interesse nella realizzazione di attività per la qualificazione professionale dei tecnici, quali la CNA/ANIM, associazione italiana del settore idraulico e termotecnico e la ECIPA, la società della CNA per la formazione nelle PMI e nell’artigianato. Il progetto è sostenuto dall’Assolterm, l’Associazione Italiana Solare Termico.
Per informazioni: Thomas Pauschinger (Ambiente Italia srl)
e-mail: thomas.pauschinger@ambienteitalia.it
RAFFRESCAMENTO SOLARE: IN GERMANIA IL PRIMO IMPIANTO EUROPEO
Nel mese di luglio è stato inaugurato il primo impianto europeo di raffrescamento solare per ambienti. Il sistema, progettato dai tecnici del Fraunhofer Institute, è stato installato sull’edificio della Camera di Commercio di Friburgo ed utilizza 100 m2 di collettori solari termici che durante il periodo estivo producono tutta l’energia necessaria per il condizionamento dell’aria, mentre in inverno contribuiscono al riscaldamento degli ambienti. In questo tipo di sistemi solari l’aria esterna viene “asciugata” assorbendone l’umidità tramite un gel di silice. Successivamente l’aria asciutta viene umidificata, raffreddata e, quindi, immessa negli ambienti. Il calore prodotto dai collettori solari provvede a rigenerare il gel siliceo per il successivo ciclo di raffrescamento.
L’impianto realizzato a Friburgo arriva a garantire una produzione di 10.000 m3 di aria fresca ogni ora, utilizzando esclusivamente l’energia termica a bassa temperatura prodotta dai 100 m2 di collettori solari, senza l’ausilio di alcun tipo di integrazione per il processo di raffrescamento dell’aria. Si tratta di una tecnologia molto semplice (l’impianto non richiede neanche un sistema di accumulo), adatta soprattutto per applicazioni commerciali ed economicamente vantaggiosa, in particolare per le regioni mediterranee; a questo proposito gli ingegneri del Frauhnofer stanno effettuando una consulenza per l’azienda del gas di Palermo, che vorrebbe installare un sistema di raffrescamento solare presso l’edificio che ne ospita gli uffici.
Per informazioni: Frauhnofer Institute – www.ise.fhg.de
www.solar-cooling.de
ENERGIA DA BIOMASSA PER LA FABBRICA DI SCI DELLA FISCHER IN AUSTRIA
L’innalzarsi della temperatura globale dovuto ai cambiamenti climatici costituisce una minaccia per gli operatori degli sport invernali, per i quali la riduzione della coltre di neve corrisponde a gravi danni economici. Sulla base di questa considerazione, uno dei maggiori operatori dell’industria sciistica, dovendo ampliare la propria fabbrica in Austria, ha deciso di utilizzare le biomasse per alimentarne il fabbisogno energetico. Questa primavera la fabbrica della Fischer è diventata il primo impianto industriale ad alta tecnologia completamente alimentato da energie rinnovabili. Con un investimento pari a circa 3,65 milioni di euro (oltre 7 miliardi di lire) il vecchio impianto di produzione di energia, un generatore da oltre 12 MWp alimentato a petrolio, è stato sostituito da un impianto a biomasse che eviterà l’emissione in atmosfera di circa 9.500 tonnellate di anidride carbonica l’anno.
La Fischer GmbH è un’industria leader a livello mondiale nella produzione di sci e racchette da tennis e l’impianto produttivo austriaco, situato a Ried, impiega quasi 600 persone. La società austriaca Scharoplan, specializzata nella produzione di energia da biomasse, ha realizzato per la Fischer questo nuovo impianto che garantisce elettricità, calore e raffrescamento per il processo produttivo, riscaldamento per gli ambienti di lavoro. Ogni anno saranno prodotti circa 26.000 MWh termici, 1000 MWh per il raffrescamento e 2500 MWh elettrici. Il consumo previsto di biomassa combustibile ammonta a circa 55.000 m3/anno, provenienti dagli scarti delle industria del legname e delle segherie (corteccia, trucilato e segatura di legna) della zona.
Fonte: Renewable Energy World (maggio-giugno 2001)
Per informazioni: Scharoplan, Linz, Austria
e-mail: tb@scharoplan.co.at
DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE
PROGRAMMA TETTI FOTOVOLTAICI: CONCLUSA LA PRIMA FASE
All’esame del Ministero dell’Ambiente le domande presentate dai soggetti pubblici. 36 i progetti già approvati. Entro l’autunno i bandi anche per i privati.
in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente – Servizio IAR
Nell’ambito di una Convenzione tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Servizio IAR – Inquinamento Atmosferico e Rischi Industriali) e ISES ITALIA, questa rubrica de “Ilsoleatrecentosessantagradi” è dedicata alle informazioni sui programmi e le iniziative per le fonti energetiche rinnovabili del Ministero dell’Ambiente. La pagina è redatta in collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente (Servizio IAR) ed ISES ITALIA.
Per la prima fase del Programma Tetti Fotovoltaici rivolta ai soggetti pubblici, conclusa il 28 giugno con la scadenza dei termini di presentazione delle domande, sono pervenuti al Servizio IAR del Ministero dell’Ambiente 582 progetti, dei quali 575 presentati da parte di soggetti ammissibili, cioè da Comuni Capoluogo, Comuni delle Aree Parco, Province, Enti di ricerca statali ed Università (vedi grafico a torta – Classificazione per proponente).
Nel dettaglio, il 40% delle domande sono pervenute dai Comuni Capoluogo, il 30% dalle Province, il 18% dai Comuni delle Aree Parco, l’8% dalle Aziende pubbliche e il 4% dalle Università. La maggior parte dei progetti presentati, 349, riguarda la realizzazione di impianti presso edifici scolastici, che costituiscono il 61% del totale. Solo 121 di questi, però, rientrano nei finanziamenti disponibili (20 miliardi di lire). Dalle Aree Parco sono pervenuti 104 progetti (18% del totale), di cui 49 rientranti nei finanziamenti disponibili.
I Comuni che hanno presentato più progetti sono Catania (34), Roma (33) e Foggia (18); quest’ultima è la prima per quanto riguarda la potenza complessiva degli impianti proposti con 310 kWp.
Le Province che hanno presentato più progetti sono Salerno (12), Lucca, Avellino e Cosenza (10).
Prima nella classifica delle Regioni è l’Emilia Romagna, con 121 progetti presentati, per un totale di 814 kWp, superati, in termini di potenza, dai 1.240 kWp proposti dalla Campania che ha però presentato “solo” 80 progetti. Seguono il Lazio (71 progetti), la Sicilia (60) e la Toscana (47) (vedi grafico – Progetti per Regione).
Buona parte delle domande sono già state esaminate dalla Commissione tecnica del Servizio IAR, che fino al 17 luglio ha ammesso al finanziamento 36 progetti. Si tratta di 12 impianti proposti dal Comune e dalla Provincia di Frosinone presso edifici scolastici, presso il Palazzo della Provincia e gli Uffici comunali; 4 i progetti approvati a Roma, che riguardano scuole elementari ed asili nido. Un impianto da 12 kWp verrà realizzato presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. A Torino 2 impianti, che raggiungono quasi la potenza massima ammissibile (19,8 kWp ciascuno), verranno installati presso gli uffici direzionali della sede centrale e presso un impianto di compostaggio dell’AMIAT. Sono stati inoltre approvati 9 impianti da 20 kWp, da realizzarsi presso strutture scolastiche della Provincia di Lucca. Due scuole materne ed elementari, 3 asili nido verranno solarizzati rispettivamente a Pistoia e a Palermo. Un impianto da 19,2 kWp verrà installato presso gli uffici della Provincia di Lecce, uno da 20 kWp alimenterà gli uffici comunali di Ragusa.
Il finanziamento di questi primi 36 impianti porterà all’installazione di oltre 400 kWp, con un contributo statale pari a circa 4,25 miliardi di lire. Ricordiamo che per la prima fase, rivolta ai soggetti pubblici, il Ministero dell’Ambiente ha destinato 20 miliardi di lire, pari a un terzo dei fondi stanziati per il Programma, con i quali si prevede di finanziare complessivamente circa 200 impianti per una potenza totale pari a 2 MW.
Rimarranno, quindi, esclusi dal finanziamento per mancanza di fondi circa 380 dei progetti presentati, per la realizzazione dei quali sarebbero necessarie ulteriori risorse pari a circa 50 miliardi complessivi.
La seconda fase del Programma Tetti Fotovoltaici sarà rivolta indifferentemente a soggetti pubblici e privati. I fondi disponibili (40 miliardi di lire) sono stati ripartiti tra le Regioni che hanno impegnato una quota di co-finanziamento pari a un terzo del totale (“Ilsolea360gradi” – maggio 2001). I bandi verranno emanati entro settembre e quindi, a partire dal prossimo autunno, sarà possibile presentare le domande di contributo. Si prevede la realizzazione di circa 2000 impianti, per un totale di 5 MWp installati.
La data di emanazione dei bandi dipenderà da ogni singola Regione. Tra le prime, la Regione Emilia Romagna che dovrebbe pubblicare il bando sul Bollettino Ufficiale Regionale (BUR) il giorno 8 agosto (delibera n. 1471 del 17/7/2001). Le domande potranno essere presentate dall’1 al 15 ottobre. Il Servizio Energia della Regione ha creato uno sportello informativo al quale gli interessati possono rivolgersi da subito, telefonando ai numeri: 051 283609-91.
Il Veneto ha già approvato, con la delibera n.1818 del 6 luglio, la pubblicazione del bando che dovrebbe essere pubblicato sul BUR i primi giorni di agosto. Il bando, in allegato alla Delibera, prevede la possibilità di inoltrare le domande a partire dal giorno successivo alla pubblicazione dello stesso, mentre il termine di scadenza è fissato al 120° giorno (per informazioni: Regione Veneto: 041 279443 – www.regione.veneto.it).
Per informazioni: Ministero dell’Ambiente
www.minambiente.it
FOCUS TECNOLOGIA
I SISTEMI SOLARI AD ARIA
a cura di Gianni Scudo – DI.Tec. Politecnico di Milano
I sistemi solari ad aria sono una delle tecnologie di conversione della radiazione solare in calore a bassa temperatura (temp. inferiori a 100 °C). Si differenziano da quelle più note – collettori solari ad acqua – perché utilizzano come fluido primario l’aria. Il calore prodotto può essere utilizzato in processi industriali e artigianali, per l’essiccazione di prodotti agricoli e per la preparazione di alimenti, in edilizia per riscaldare e raffrescare ambienti. E’ interessante quest’ultimo aspetto in quanto la possibilità di essere utilizzati anche per il movimento dell’aria nel periodo estivo rende questi sistemi convenienti anche nei nostri climi. L’aria calda prodotta nei mesi caldi può infatti alimentare dei “camini solari” per ventilare gli ambienti o delle “dessicant wheel” (ruote termiche) per deumidificare l’aria primaria di rinnovo, oppure può anche essere utilizzata per riscaldare l’acqua sanitaria attraverso un semplice scambiatore.
Un po’ di storia
La tecnologia dei sistemi ad aria è poco conosciuta, pur avendo una interessante storia alle spalle. I sistemi ad aria, nati sperimentalmente alla fine del XIX secolo, si sono sviluppati dagli anni ’30 del secolo scorso, soprattutto ad opera delle ricerche di M. Telkes al MIT di Boston e della sperimentazione di G. Lof, che nel 1945 realizzò a Denver nel Colorado un impianto solare ad aria completo, come “retrofit” di un piccolo edificio. Nel 1957 Lof mette a punto il primo prototipo di sistema solare integrato prodotto industrialmente. In Europa va ricordato il sistema a parete captante di F. Trombe realizzato ad Odeillo nel 1962. Dopo la crisi energetica del 1973 la commercializzazione di sistemi solari ad aria si sviluppò negli Stati Uniti. Fra le industrie leader ricordiamo la Solaron Company, fondata da G. Lof, che a partire dalla fine degli anni ’70 è stata presente anche in Europa attraverso la concessione produttiva data all’Industria Secco. Negli anni ’80 con il taglio dei sussidi federali la maggior parte dei produttori statunitensi chiusero.
Tuttavia, nel decennio 80-90, fuori dagli Stati Uniti si svilupparono interessanti ricerche, prototipi ed anche esperienze di commercializzazione sui sistemi ad aria. A livello di ricerca citiamo i lavori di Barra e Costantini in Italia che portarono alla messa a punto dell’omonimo sistema (B-C), i lavori di Bilgen in Canada e quelli di Norton in Gran Bretagna. Anche la produzione di sistemi ad aria integrati e la loro diffusione, attraverso programmi sperimentali finanziati a diverso livello, fu abbastanza effervescente per alcuni anni. Citiamo importanti programmi, come quello della regione Toscana condotto dalla Regione con l’AGIP, della UPSE in Piemonte, l’insediamento solare passivo di Marostica. Dall’inizio degli anni ’90 si assiste ad una rinascita in Europa dei sistemi solari ad aria integrati a sistemi edilizi. Le industrie iniziano a produrre sia componenti che sistemi anche se ancora per mercati di nicchia.
Composizione e funzionamento
Un sistema solare ad aria capta la radiazione solare e la converte in calore, che viene trasferito al sistema di accumulo o direttamente agli ambienti da riscaldare. E’ composto quindi da un collettore solare, da un sistema di distribuzione, di accumulo e di regolazione.
Il collettore dei sistemi ad aria integrati agli edifici può essere un pannello solare (con o senza vetro) integrato all’involucro opaco (facciata o copertura), una finestra collettore con doppio vetro e tenda/assorbitore regolabile all’interno. Il calore prodotto dal collettore può essere accumulato o utilizzato direttamente.
Il sistema di accumulo può sfruttare la massa termica della struttura dell’edificio o utilizzare sistemi speciali come i solai di calcestruzzo armato forati o le pareti realizzate con blocchi cavi nei quali circola l’aria calda.
Il sistema di distribuzione dell’aria può utilizzare i canali convenzionali degli impianti di riscaldamento e ventilazione meccanica o i canali integrati negli elementi costruttivi sopra ricordati (solai e pareti cave)
La circolazione dell’aria può essere a convezione naturale, sfruttando cioè il naturale movimento dell’aria calda verso l’alto e dell’aria più fredda verso il basso, o, nella maggior parte dei casi, forzata, cioè con l’utilizzo di ventole azionate elettricamente, il cui impiego non comporta rilevanti consumi di energia (ad esempio, per far circolare dai 15 ai 25 kWh termici, in un sistema ben progettato, è sufficiente una ventola che consuma solo pochi kWh).
L’elettricità necessaria al sistema di circolazione forzata può essere prodotta tramite un generatore fotovoltaico, che, alimentato anch’esso dalla radiazione solare, produrrà energia in modo direttamente proporzionale al calore generato dal sistema solare termico. Si ottiene in questo modo un sistema solare di tipo omeostatico, cioè che si autoregola, oltre che completamente autonomo dalla rete elettrica.
Se confrontati con i sistemi solari puramente passivi, i sistemi ad aria hanno i vantaggi di una più efficiente conversione della radiazione in calore, di una migliore gestione del calore solare nel tempo (giorno/notte) e migliore nello spazio (fascia sud/nord). Rispetto ai sistemi solari ad acqua, i sistemi ad aria necessitano di una maggiore superficie di captazione. Inoltre l’aria ha una capacità termica inferiore rispetto all’acqua ed è quindi necessario muovere un grande volume d’aria per trasportare sufficienti quantità di calore. Le molteplici possibilità di utilizzo e di integrazione architettonica sono tra i principali vantaggi dei sistemi solari ad aria, che possono venire impiegati per il riscaldamento degli ambienti e dell’aria di rinnovo, per il preriscaldamento dell’acqua sanitaria, per l’induzione alla ventilazione naturale e al raffrescamento; i componenti del sistema possono essere parte dell’involucro dell’edificio e degli impianti di climatizzazione, possono costituire elementi strutturali, di protezione dal clima e dai rumori.
Tipologie di sistemi solari ad aria
Partendo dalle molte variazioni dei sistemi solari ad aria utilizzati in edilizia, gli esperti della IEA (International Energy Agency) – Task 19 hanno definito alcuni sistemi-base. Fra questi ne ricordiamo 4, che sono poi quelli più diffusi.
Sistema 1: l’aria esterna circola attraverso un collettore direttamente nello spazio da ventilare o riscaldare senza accumulo specifico. Questo sistema può essere utilizzato come contributo al riscaldamento dell’aria di rinnovo (una delle applicazioni più appropriate riguarda le case per le vacanze per impedire che diventino troppo umide nei periodi di non occupazione).
Sistema 2: chiamato “Barra-Costantini”, a “loop aperto”, che fa circolare l’aria della stanza nel collettore, dove è riscaldata, sale e ritorna, attraverso un accumulo termico a soffitto, nella stanza e quindi di nuovo nel collettore. Il sistema è a convezione naturale. Il solaio termico rilascia di notte, per radiazione, il calore accumulato durante il giorno. In estate il collettore può essere utilizzato come camino solare con la parte alta dell’esterno aperta che estrae l’aria calda dalla stanza rimpiazzandola con aria più fresca proveniente dalla zona a nord dell’edificio o da dispositivi di raffrescamento a terreno.
Sistema 3: l’aria riscaldata dal collettore circola attraverso un’intercapedine fra la parete esterna isolata ed una controparete non isolata di un edificio. Si crea così un’intercapedine isolante che riduce le dispersioni termiche verso l’esterno. Le applicazioni più appropriate riguardano il retrofit di edifici esistenti mal isolati.
Sistema 4: a “loop” chiuso, nel quale l’aria riscaldata dal collettore circola attraverso canalizzazioni in pavimenti o muri pesanti dove si accumula il calore che viene poi reirraggiato negli ambienti con un ritardo di 4-6 ore. Questo sistema, che spesso viene definito “ad ipocausto e/o morocausto”, è il più diffuso in Europa ed ha il vantaggio di avere ampie superfici radianti e quindi di determinare buoni livelli di comfort.
Strumenti per il dimensionamento
Il gruppo di lavoro della task 19 della IEA ha elaborato strumenti per il dimensionamento in fase progettuale dei sistemi al variare dei climi e delle configurazioni del sistema. In particolare sono stati elaborati tre livelli di strumenti:
il primo, per il dimensionamento a livello di progetto preliminare che permette di valutare l’energia annua risparmiata per m2 di collettore;
il secondo, per dimensionare il sistema e gli elementi che lo compongono a livello di progetto definitivo. Si tratta di un nomogramma che permette di calcolare l’energia guadagnata per m2 di collettore in funzione della superficie di captazione, del tipo di accumulo e delle portate d’aria. Il nomogramma di semplice uso può essere utilizzato da qualsiasi progettista una volta che abbia determinato il carico termico dell’edificio;
il terzo è relativo a programmi “dedicati” di simulazione oraria, che permettono di modificare le diverse variabili a secondo delle configurazioni. I programmi sono dei moduli TRNSYS con interfaccia utente “friendly” e pertanto di facile uso.
Per informazioni: Prof. Gianni Scudo
e-mail: gianni.scudo@polimi.it
Bibliografia essenziale:
Solar Air System Built Exemples, S.R. Hasting Ed., Solar Heating & Cooling Programme of the International Energy Agency, Published by James & James, London,1999.
Solar Air System Engineering Handbook Built Exemples, S.R. Hasting and O. Mork Editors, Solar Heating & Cooling Programme of the International Energy Agency, Published by James & James, London, 2000.
NOTIZIE DA ISES ITALIA
CORSI E SEMINARI SUL FOTOVOLTAICO
Agenda settembre – ottobre 2001
Seminario (8 ore)
SISTEMI FOTOVOLTAICI E APPLICAZIONI INTEGRATE NEGLI EDIFICI
Lecce, lunedì 17 settembre 2001
Organizzato in collaborazione con l’Agenzia dell’Energia e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce presso la Sala Conferenze Provincia di Lecce
7° Corso (20 ore)
I SISTEMI FOTOVOLTAICI: PROGETTAZIONE TECNICO-ARCHITETTONICA
Bologna, 25, 26, 27 e 28 settembre 2001
Organizzato in collaborazione con il Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Bologna presso la sede del Collegio
8° Corso (20 ore)
I SISTEMI FOTOVOLTAICI: PROGETTAZIONE TECNICO-ARCHITETTONICA
Catanzaro, 1,2,3 e 4 ottobre 2001
organizzato in collaborazione con AG.E.A. presso la Sala Convegni Camera di Commercio
CAMPAGNA SOCI 2001
Come diventare Socio di ISES ITALIA
Leggi sulle nostre pagine internet tutti i vantaggi di essere Socio di ISES ITALIA e i vantaggi per le Società
Per le modalità di iscrizione:
Segreteria di ISES ITALIA o sito internet: www.isesitalia.it
EuroSun 2002
IV CONGRESSO SOLARE DI ISES-EUROPE
Bologna, 24-27 giugno 2002
Forum
“Renewable Energies for Local Communities of Europe”
(Toward RIO+10)
Organizzazione di:
ISES Europe, International Solar Energy Society, ISES ITALIA
Comune di Bologna, Università di Roma “La Sapienza”
Nel Forum “Energie rinnovabili nelle realtà locali europee”, coordinato, con ISES ITALIA, dall’Amministrazione municipale di Bologna, tecnici e rappresentanti degli enti pubblici affronteranno la discussione sugli attuali programmi e politiche europee, sulla promozione di progetti e di interventi a livello locale per lo sviluppo sostenibile e la diffusione delle rinnovabili.
Una particolare attenzione verrà date alle prospettive previste dall’Agenda 21. Affiancheranno l’evento workshop tematici e corsi di formazione organizzati da ISES ITALIA.
ISES ITALIA
e-mail: eurosun2002@isesitalia.it
www.isesitalia.it/eurosun2002.htm
Dal sole – l’energia solare dalla ricerca spaziale agli usi sulla terra
di JOHN PERLIN
Versione italiana a cura di Cesare Silvi
Con un’appendice su “Breve storia del fotovoltaico in Italia” di Giuliano Martinelli
La pubblicazione “Dal sole” racconta la storia della tecnologia fotovoltaica, la più rivoluzionaria delle tecnologie solari, dalle prime scoperte scientifiche nell’Ottocento fino ai nostri giorni. Si tratta di una storia che, come sottolinea l’autore nella prefazione, aspettava soltanto di essere raccontata.
Per acquistare il volume rivolgersi alla Segreteria di ISES ITALIA o consultare il sito www.isesitalia.it (“Catalogo Pubblicazioni”)
Hanno collaborato a questo numero:
Giacomo Carlino, Ugo Rocca, Gianni Scudo
Numero chiuso il 31 luglio 2001