Scarica il PDF: IlSolea360gradi – Anno V- N.10 Novembre1998
In questo numero:
- LE ENERGIE RINNOVABILI AL CENTRO DELLA NUOVA POLITICA ENERGETICA
- IL LIBRO BIANCO SULLE RINNOVABILI: LAVORI IN CORSO
- OCCUPAZIONE E FONTI RINNOVABILI: LE PROSPETTIVE AL 2010 IN UNO STUDIO DI ISES ITALIA
- RADDOPPIA IN UN ANNO L’EOLICO IN ITALIA: DETERMINANTI I PROGETTI DELLA IVPC E DELLA RIVA WIND POWER
- CAMPAGNA DI INFORMAZIONE SULL’ENERGIA EOLICA (10)
- PRESTO AL VIA IL PROGRAMMA “10.000 TETTI FV”. UN’OPPORTUNITÀ PER PUBBLICO E PRIVATI
- PROGETTO AL SUD PER PRODURRE MODULI FV AL SILICIO AMORFO
- IL PROGRAMMA NAZIONALE PER L’ENERGIA DA BIOMASSE E IL NUOVO RUOLO DEL SETTORE AGRICOLO
- DALLA COMMISSIONE EUROPEA
- IN BREVE DAL MONDO
- NOTIZIE DA ISES ITALIA
LE ENERGIE RINNOVABILI AL CENTRO DELLA NUOVA POLITICA ENERGETICA
Alla Conferenza Energia e Ambiente nasce con il Patto per l’energia e l’ambiente un nuovo metodo di politica energetica. Le fonti rinnovabili al centro dell’attenzione per la loro valenza ambientale e come strategia di innovazione tecnologica.
La Conferenza Nazionale Energia e Ambiente che ha avuto luogo a Roma (25-28 novembre) dovrebbe aver rappresentato per l’Italia un primissimo passo nella direzione di una politica energetica che, in un quadro di riferimento molto diverso rispetto a quello della fine degli anni ’80, dovrà contemperare esigenze di liberalizzazione dei mercati dell’energia, contenimento dei prezzi e qualità dei servizi, da una parte, e adeguamento tecnologico e impegni in campo ambientale assunti a livello internazionale, dall’altra.
La difficoltà e, in parte, la contraddittorietà delle sfide hanno indotto ad abbandonare l’antica logica della politica energetica basata su scelte imposte dall’alto, per orientarsi verso una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori operanti nel mercato dall’energia. Da qui nasce il “Patto per l’energia e l’ambiente” firmato nel corso della conferenza da Regioni, Enti Locali, imprese, sindacati, associazioni ambientaliste e dei consumatori, che individua regole e obiettivi generali finalizzati a gestire le iniziative in questo vitale settore della nostra società. Ovviamente i firmatari di questa forma di concertazione non hanno le medesime posizioni e da più parti si teme che la discrezionalità dell’Accordo possa diventare un alibi per sottrarsi da impegni non definiti in maniera vincolante.
Tuttavia il Patto intende anche costituire la premessa di quegli Accordi Volontari indicati dal Governo come fondamentale strumento per realizzare alcuni programmi a livello settoriale: un tipico esempio è quello stipulato e già in atto per l’eolico.
A favore della concertazione va ricordato che gli obiettivi indicati dalla Conferenza, per essere credibili, e attuabili, devono naturalmente anche essere condivisi.
Uno di questi obiettivi prioritari è il raddoppio della quota di fonti energetiche rinnovabili al 2010, in linea con le decisioni prese dall’Unione Europea. Espresso in numeri ciò significa, per l’Italia, passare dagli attuali 12,4 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti petrolio), pari al 7,4% del fabbisogno nazionale, a 24 Mtep (12% del fabbisogno). In considerazione del fatto che ad oggi tale contributo è fornito per il 70% dalla fonte idroelettrica e che il ricorso alle cosiddette “nuove fonti rinnovabili” (eolico, solare e uso moderno delle biomasse) è ancora trascurabile, una crescita di questa portata richiede un considerevole potenziamento delle capacità industriali del settore in modo da colmare un ampio divario tecnologico e di competitività nei confronti di molti mercati stranieri.
Nei prossimi 12 anni si prevedono investimenti nelle rinnovabili per 25-50.000 miliardi di lire che faranno risparmiare in fonti energetiche primarie circa 10-20.000 miliardi. Per far sì che questo obiettivo di politica energetica sia effettivamente attuato occorre predisporre, come è accaduto in altri paesi, programmi, strumenti e incentivi chiari ed efficaci.
Ad esempio, con la tanto criticata carbon tax, che solo parzialmente sarà utilizzata per sostenere le rinnovabili, non si è operato che un piccolo passo verso la contabilizzazione delle esternalità ambientali delle diversi fonti fossili. Se si pensa che per il solo settore elettrico italiano vengono stimate esternalità ambientali per circa 25.000 miliardi di lire all’anno, si capisce come questo aspetto sia uno degli elementi chiave che potrebbero spostare le scelte di produzione energetica sempre più verso le rinnovabili.
Alcune novità importanti per la diffusione delle tecnologie che utilizzano fonti energetiche rinnovabili comunque ci sono. Un primo esempio è il cosiddetto il “renewable portfolio standard”, cioè l’obbligo per le società elettriche di prevedere una quota progressivamente crescente di elettricità da fonti rinnovabili. Il decreto di riforma del mercato elettrico ha già stabilito un primo obiettivo del 20% della produzione e/o delle importazioni al 2001; tale provvedimento favorirebbe l’immissione nella rete elettrica di molti miliardi di kWh “puliti” prodotti da impianti da realizzare nei prossimi 2 anni.
Un ruolo importante per il settore si giocherà anche su scala locale in relazione ai nuovi poteri normativi assegnati alle Regioni e agli Enti Locali dal decreto legislativo 112/98 (Legge Bassanini). La stessa Confservizi Cispel (l’organizzazione che rappresenta le imprese a partecipazione degli Enti Locali) ha voluto annunciare, nel corso della Conferenza, il suo impegno per il massimo sfruttamento possibile delle fonti rinnovabili.
La Conferenza Energia Ambiente ha tracciato solo delle linee guida; ora tutti gli attori chiamati in causa, a cominciare dal Governo, dovranno rendere concrete molte delle soluzioni che si appena sono intraviste. Il dopo-Conferenza è iniziato, ed è questa la parte più difficile.
IL LIBRO BIANCO SULLE RINNOVABILI: LAVORI IN CORSO
Nel corso della Conferenza Energia Ambiente, è stata presentata una prima stesura del “Libro Bianco per la valorizzazione energetica delle Fonti Rinnovabili”, documento che segue il Libro Verde Nazionale presentato alla Conferenza di Napoli del 4-5 giugno scorso e che approfondisce alcuni aspetti specifici, quali gli effetti occupazionali (vedi altro articolo), il quadro tecnico, giuridico e normativo, i meccanismi di incentivazione, il teleriscaldamento con biomasse e recepisce diversi commenti emersi nel corso del dibattito sul Libro Verde stesso.
Alcuni elementi di novità sono stati tenuti in considerazione nel Libro Bianco; in particolare la proposta di introdurre, con la legge finanziaria 1999, la carbon tax (una sorta di internalizzazione dei costi sociali legati alla produzione di energia), l’introduzione di disposizioni che cominciano a recepire la direttiva europea 96/92/CE sul mercato interno dell’elettricità, la previsione di una specifica azione sulle rinnovabili nella delibera Cipe (19 novembre ’98) nell’ambito delle misure necessarie alla riduzione dei gas serra.
Il documento è suscettibile di modifiche e di miglioramenti anche in relazione ad alcuni provvedimenti e iter legislativi ancora in atto. Nel corso del prossimo anno, la versione finale del Libro Bianco verrà sottoposta all’approvazione del Cipe.
Sebbene il Libro Verde conservi su molte questioni un grado di approfondimento maggiore del Libro Bianco, questo tuttavia chiarisce meglio le strategie di intervento e gli strumenti per favorire il decollo del settore.
OCCUPAZIONE E FONTI RINNOVABILI: LE PROSPETTIVE AL 2010 IN UNO STUDIO DI ISES ITALIA
Uno studio sugli impatti occupazionali conseguenti alle realizzazioni di impianti alimentati da fonti rinnovabili realizzato da ISES ITALIA per conto dell’ENEA è stato presentato nel corso della Conferenza Energia e Ambiente. Il Prof. G.B. Zorzoli che ha presentato lo studio, ha considerato come riferimento temporale il 2010, anno fino al quale sono stati definiti, dal Libro Verde Nazionale sulle Fonti Rinnovabili di Energia, gli investimenti per il settore delle rinnovabili in Italia.
I risultati finali conducono a prevedere che per il 2010 l’impatto occupazionale netto sarà compreso tra 59.600 e 71.200 unità lavorative dirette e indotte negli altri settori economici, a seconda delle ipotesi assunte. L’impatto occupazionale “netto” nel settore delle rinnovabili fa riferimento al fatto che viene tenuta in considerazione l’occupazione persa a causa della mancata realizzazione degli impianti alimentati da fonti energetiche tradizionali, appunto, sostituiti da quelli a fonti rinnovabili.
Pur non potendo esporre per motivi di spazio la metodologia di analisi, possiamo comunque dire che i due valori sono legati, il primo, ad una forte dipendenza dalle importazioni causata da una scarsa spinta all’innovazione e alla competitività, il secondo, ad una buona, ma non eccezionale capacità di esportazione (circa il 30%).
In base alla stima di riferimento al 2010, che è pari a circa 65.000 unità lavorative create dal settore, si può aggiungere che, per un terzo, questa è dovuta all’occupazione diretta e indotta per l’esercizio e la manutenzione degli impianti già realizzati, mentre per due terzi dipende dalla permanenza del piano di investimenti.
Per quanto riguarda il contributo delle diverse fonti, al 2010, le biomasse dominano la scena con il 45% degli occupati, seguono le tecnologie solari con il 26%, rifiuti e idroelettricità, che concorrono per circa il 10% ciascuno, e l’energia eolica per poco più del 7%.
La quota di nuovi occupati nel Mezzogiorno dovrebbe oscillare tra il 50 e il 64% dell’occupazione complessiva (da 32.500 a 41.000 unità), a seconda che nel Sud vengano localizzate, o meno, nuove aziende del settore.
Per l’effettiva realizzazione di questi scenari, che vedono la creazione di un’occupazione di livello professionale elevato, talvolta con caratteristiche di hi-tech, sarà necessario rimuovere tutte le barriere di natura economica, istituzionale, autorizzativa, formatitva e informativa, che ancora oggi sono un impedimento al pieno sviluppo del settore.
Tabella – Contributo lordo occupazionale al 2010 delle singole fonti rinnovabili (totale: 73.000 unità)
RADDOPPIA IN UN ANNO L’EOLICO IN ITALIA: DETERMINANTI I PROGETTI DELLA IVPC E DELLA RIVA WIND POWER
Come annunciavamo nell’edizione di marzo, il 1998 può essere considerato un anno importante per l’energia eolica in Italia. Infatti, nel corso dell’anno, circa 100 megawatt aggiuntivi sono stati collegati alla rete elettrica; questo incremento porta il nostro paese ad una potenza installata totale pari a circa 200 MW.Gli impianti realizzati sono quelli ammessi fino alla 6a graduatoria nell’ambito del CIP 6/92. Queste graduatorie prevedono l’installazione di altri 600 MW eolici.
Vediamo chi sono i promotori di questi impianti costruiti e resi operativi nel ’98 e quali sono i siti.
Il ruolo principale, anche quest’anno, l’ha avuto la Italian Vento Power Corporation (IVPC) di Avellino che, al 31 dicembre, avrà in rete elettricità prodotta da 76,8 MW di nuove centrali. La IVPC, che installa macchine danesi Vestas da 600 kW, ha installato, ad oggi, 136 MW.
I 128 aerogeneratori installati dall’IVPC nel ’98 sono stati situati nelle seguenti centrali, tutte nella provincia di Benevento:
1) Montefalcone V. Fortore: 18,6 MW, che si aggiungono ai 7,2 MW già realizzati precedentemente;
2) Baselice: 7,2 MW
3) Foiano: 5,4 MW
4) San Marco dei Cavoti: 11,4 MW
5) S. Giorgio la Molara: 19,8 MW
6) Molinara: 14,4 MW.
La Riva Wind Power di Bologna, l’altra importante società italiana del settore eolico, recentemente acquistata al 60% dalla Edison, ha messo in funzione, nel 1998, 16,3 MW in tre centrali:
1) Foiano (BN): 2.8 MW, realizzata insieme all’ISMES;
2) S. Benedetto Val di Sambro (BO): 3,5 MW, entrata in funzione a novembre. È il primo esempio di sfruttamento dell’energia eolica nel Nord Italia e ha la caratteristica di essere la prima centrale che ha visto un notevole di numero di soggetti coinvolti (privati, pubblici e associazioni ambientaliste);
3) S. Giorgio la Molara: 10 MW, anch’essa recentemente allacciata alla rete, a differenza delle prime due che hanno macchine M30S2 monopala fabbricate dalla società del gruppo Riva Calzoni SpA, RWT (Riva Wind Turbines) di Foggia, ha macchine tedesche Enercon da 500 kW ciascuna.
Le tre centrali insieme hanno una producibilità di circa 30 milioni di chilowattora/anno.
Quest’anno la WEST di Taranto ha completato la centrale di Monte Arci in Sardegna, con altri 6,3 MW aggiuntivi (ora la potenza totale è di 10,8 MW).
Intanto dagli stabilimenti di Taranto, presso la nuova Società I.W.T (Italian Wind Technology), joint-venture tra WEST e Vestas, sono già state fabbricate e consegnate le prime macchine danesi prodotti in Italia per le centrali dell’IVPC.
CAMPAGNA DI INFORMAZIONE SULL’ENERGIA EOLICA (10)
10. I programmi nazionali al 2010
L’eolico nel nostro paese ha avviato il suo processo di diffusione in coincidenza con il provvedimento CIP 6/92 che regola gli incentivi all’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Nelle prime 6 graduatorie del CIP 6 finora esaminate, sono stati accettati progetti per circa 740 MW; tuttavia le richieste non accettate (graduatorie 7-9) ammontano ad ulteriori 1.500 MW. Gran parte delle attuali e future installazioni sono localizzate sul crinale appenninico centro-meridionale e nelle isole.Alcuni ostacoli, principalmente di natura autorizzativa e finanziaria, hanno bloccato o rallentato le iniziative finora accettate.
Per superare tali difficoltà è in vigore dal 1 giugno 1998 il primo esempio di Accordo di Programma volontario nel campo delle rinnovabili. L’Accordo coinvolge, oltre agli imprenditori eolici, Governo, Regioni, Enti Locali, Sindacati, ENEL, ENEA e operatori bancari che, in un’azione concertata, si impegnano ciascuno per il proprio ambito di competenza, ad individuare le soluzioni in grado di risolvere i vari problemi e di portare a conclusione la realizzazione di circa 700 MW entro il 31/12/2001.
Al di là di questo primo pacchetto di iniziative nel settore, i programmi nazionali per l’eolico puntano alla realizzazione di complessivi 3.000 MW per il 2010, con un investimento di circa 4.600 miliardi di lire (il costo medio è stato stimato a 1,5-1,6 miliardi di lire ’97 per MW installato) e con una occupazione, a quella data, di oltre 5.000 unità.
Il futuro dell’eolico sarà comunque anche legato al processo di riassetto del settore elettrico e, quindi, al recepimento della direttiva europea 96/92/CE, che il Governo sta attuando. In effetti, alcune misure specifiche saranno determinanti per la diffusione dell’eolico, come di altre fonti rinnovabili: la precedenza nel dispacciamento all’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili; l’obbligo, per i soggetti che producono o importano energia elettrica per oltre 100 GWh (100 milioni di kWh) all’anno, di immettere in rete dal 1 gennaio 2001 almeno il 20% dell’energia su base annua prodotta da fonti rinnovabili o di acquistarne una quota equivalente da altri produttori; subordinare l’autorizzazione alla costruzione di nuovi impianti alla costruzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili che contribuiscano per almeno l’1% all’energia immessa in rete; infine, sarà fondamentale la rapida emanazione di un chiaro provvedimento sostitutivo del CIP6/92 che molto probabilmente si baserà su procedure di gara.
Nei futuri programmi eolici, Regioni ed Enti Locali avranno un sempre maggiore coinvolgimento soprattutto se saranno loro garantite disponibilità di risorse finanziarie utili ad incentivare la produzione di energia da rinnovabili.
Su questa linea di azione il Governo richiederà, tra l’altro, l’inserimento di uno specifico asse, dedicato alla promozione delle fonti rinnovabili e quindi anche dell’eolico, nella programmazione 2000-2006 dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea. Anche all’interno del V Programma Quadro di ricerca e sviluppo tecnologico europeo dovranno essere sfruttate le possibilità di reperire fondi per il finanziamento delle iniziative.
PRESTO AL VIA IL PROGRAMMA “10.000 TETTI FV”. UN’OPPORTUNITÀ PER PUBBLICO E PRIVATI
Il Programma “10.000 tetti fotovoltaici”, che partirà ufficialmente entro i primi mesi del 1999, ha come obiettivo principale l’incremento della diffusione delle applicazioni fotovoltaiche (FV) integrate nelle strutture edili e connesse alla rete elettrica a bassa tensione (ogni impianto sarà dotato di un sistema di contabilizzazione dell’energia per la tariffazione da e verso la Società elettrica).La realizzazione di 10.000 impianti per un totale di potenza installata di 50 MW è prevista per i prossimi 5 anni; il costo complessivo del programma si aggira sui 500 miliardi. Gli utenti potenziali di tali installazioni sono soggetti privati e pubblici che potranno beneficiare di incentivi economici in conto capitale (vedi tabella), recuperati prevalentemente dalla carbon tax, ed avvalersi di ditte di progettazione e di installazione autorizzate. Gli impianti ammessi devono avere una taglia compresa tra 1 e 50 kW di potenza di picco ed essere collegati alla rete monofase o trifase a bassa tensione.
La gestione del Programma sarà assicurata da un Comitato di Indirizzo e Controllo e da una Commissione Tecnica, nei quali saranno presenti, oltre all’ENEA, l’ENEL e la Federelettrica. L’ENEA avrà anche il ruolo di monitoraggio di tutti gli impianti realizzati.
Il Programma avrà un’evoluzione tale da adeguare, su base annua, gli strumenti operativi alle esigenze e agli ostacoli riscontrati durante lo svolgimento dell’iniziativa. In pratica gli incentivi economici verranno diversificati a seconda della taglia dell’impianto e fissati anno per anno; il costo ammissibile massimo per unità di potenza installata sarà stabilito ogni anno, sulla base dell’andamento dei costi registrato nell’anno precedente a livello internazionale, europeo e nazionale. Infine, su base annua, saranno fissati il numero degli impianti e la potenza complessiva massima finanziabile per ciascuna tipologia di impianto, l’elenco aggiornato dei progettisti/installatori autorizzati e la procedura relativa alla richiesta e assegnazione del contributo.
I proprietari di impianti FV con taglia inferiore ai 20 kWp non avranno l’obbligatorietà della denuncia dell’imposta UTF e di possesso della partiva IVA.
Il Programma prevede anche una campagna informativa su ampia scala e un adeguato processo di formazione per creare le necessarie competenze legate alle attività di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione.
Importante sarà anche il coinvolgimento, durante tutto il corso del Programma, degli Enti Locali, per consentire un’adeguata diffusione dell’iniziativa, il superamento delle barriere di tipo autorizzativo ed una partecipazione diretta alla realizzazione di impianti su edifici pubblici.
PROGETTO AL SUD PER PRODURRE MODULI FV AL SILICIO AMORFO
È in fase di studio e di valutazione economica da parte del Ministero del Bilancio, la proposta di creare nel Mezzogiorno un’industria che produca moduli al silicio amorfo, che, come tutti i moduli FV a film sottili, sono ritenuti la tecnologia ideale per l’inserimento negli elementi architettonici.Suntec, questo sarebbe il nome della società, impiegherebbe una tecnologia di fabbricazione particolarmente innovativa che ha notevoli margini di riduzione dei costi.
A regime, la capacità produttiva sarebbe di 25 MW, un livello di produzione che, insieme alla capacità di differenziare il prodotto a secondo dell’applicazione finale, renderebbe l’impresa competitiva a livello europeo. Con il sostegno tecnico dell’ENEA (soprattutto dei laboratori di Portici), nel progetto entrerebbero due industrie nazionali e un’azienda statunitense da tempo affermata nel settore della produzione di moduli al silicio amorfo. L’investimento iniziale previsto supera 130 miliardi di lire.
IL PROGRAMMA NAZIONALE PER L’ENERGIA DA BIOMASSE E IL NUOVO RUOLO DEL SETTORE AGRICOLO
Il Programma Nazionale per l’Energia Rinnovabile da Biomasse (PNERB), messo a punto dal Ministero delle Politiche Agricole, indica quali dovrebbero essere le linee guida per lo sviluppo del settore, in sintonia con quanto evidenziato dal Libro Bianco della Commissione Europea e dal Libro Verde Nazionale sulle fonti rinnovabili. Gli obiettivi del PNERB sono significativi: 8-10 Mtep all’anno è la produzione energetica da biomasse prevista al 2010 (40-50% per energia elettrica e calore e 50-60% per biocombustibili per autotrazione e riscaldamento), mentre ad oggi il contributo del settore è di 2-3 Mtep/anno. Oltre al possibile contributo alla riduzione di CO2 e altri gas serra, stimato al 3-4%, il settore favorirebbe sensibilmente la creazione di posti di lavoro. In teoria, l’apporto delle imprese agricole alla crescita del settore è comunque considerevole, se pensiamo che in Italia i residui provenienti da attività agricole ammontano ad oltre 10 milioni di tonnellate; trasformarli, ad esempio, in elettricità farebbe risparmiare 1 milioni di tonnellate di petrolio e si ridurrebbero le difficoltà legate al loro smaltimento.
Secondo il Ministero se verranno definite alcune specifiche iniziative a livello industriale, entro il 2000, l’aumento della superficie dedicata a coltivazioni “no food” potrebbe essere di 400.000 ettari per il 2005.
Gli impianti di trasformazione esistenti sono stati incentivati dal CIP 6/92, nell’ambito dei Patti Territoriali o dei Contratti d’area. Gli sviluppi futuri del provvedimento sostitutivo del CIP 6 e gli strumenti della programmazione negoziata saranno determinanti se inseriti in una strategia nazionale del settore.
In questa ottica, è importante il recente decreto legislativo n.173/98 che promuove nelle aziende agricole il risparmio energetico e lo sviluppo di nuovi utilizzi delle biomasse.
Il livello di azione comunitario è, inoltre, anch’esso fondamentale poiché molte azioni usufruiranno di finanziamenti di origine europea.
Il successo del programma sarà comunque condizionato dallo sviluppo del nuovo ruolo agro-industriale dell’agricoltore, come fornitore di materie prime destinate alla trasformazione energetica.
DALLA COMMISSIONE EUROPEA
EUROREX: UNA RETE DI INFORMAZIONI PER CONOSCERE IL MERCATO DELLE ENERGIE RINNOVABILI IN 33 PAESI
Un nuovo sito internet e una nuova rete d’informazione sono stati istituiti recentemente per offrire un servizio di informazioni commerciali sui mercati europei nel settore delle energie rinnovabili. Il servizio, chiamato EuroREX (European Renewable Energy Exchange), fornisce informazioni su investimenti, commercio, opportunità commerciali e aspetti tecnici dei mercati delle energie rinnovabili in 33 paesi. Il progetto è stato finanziato nell’ambito del programma THERMIE che favorisce la promozione delle tecnologie energetiche in Europa e si fonda sulle precedenti attività realizzate nel quadro del progetto comunitario TERES II (Studio europeo nel settore delle energie rinnovabili) e del programma ALTENER.
In particolare, le informazioni riguardano progetti, società, sviluppi di mercato e tecnologie energetiche in settori quali biomasse, cogenerazione di energia elettrica e termica, pile a combustibile, geotermia, fotovoltaico, mini centrali idroelettriche, energia termica ed elettrica dal sole, rifiuti solidi e liquidi, energia eolica, delle onde e delle maree.
Tre sono i livelli di informazioni: il primo livello è gratuito e fornirà informazioni di carattere generale sulle tecnologie nel settore delle energie rinnovabili e sui programmi correlati; il secondo fornirà agli abbonati un dettagliato bollettino quindicinale e specifiche informazioni di marketing; il terzo, infine, rivolto anch’esso agli abbonati, fornirà informazioni su progetti, servizi commerciali e opportunità di mercato classificate in base al paese.
Per informazioni:
Il nuovo servizio di informazioni EuroREX è disponibile sul seguente sito Web: http://www.eurorex.com/l1index.asp
A MAGGIO AD AMSTERDAM LA FIERA MONDIALE SULL’ENERGIA SOSTENIBILE: SUSTAIN’99
Dal 25 al 27 maggio 1999 si terrà ad Amsterdam l’importante conferenza SUSTAIN’99 – Fiera mondiale sull’energia sostenibile, organizzata nell’ambito del programma comunitario ALTENER per la promozione delle fonti di energia rinnovabili, che prenderà in esame il modo in cui l’energia sostenibile influirà sulla vita quotidiana degli europei.
Verranno fornite informazioni, paese per paese e tecnologia per tecnologia, sulle azioni necessarie e le possibili opportunità di mercato. Inoltre, una serie di workshop contribuirà a individuare le migliori strategie per attuare le necessarie azioni legislative. Nel corso della conferenza verranno, poi, valutati i progressi compiuti dagli Stati Membri nell’adozione delle politiche comunitarie nel settore dell’energia rinnovabile, come pure le difficoltà di attuazione ed i modi per superarle, comprese le questioni riguardanti il finanziamento privato dei progetti.
Il secondo giorno sarà aperto un seminario sul finanziamento dell’energia verde. In questa sede verranno discussi i metodi innovativi di calcolo dei costi e delle regole di rimborso, dei diversi modi di introduzione dell’elettricità generata dalle fonti rinnovabili, di benefici ambientali e di misure fiscali e finanziarie per le fonti di energia rinnovabili.
Per informazioni:
EUROSOLAR – Mr. Harry Lehmann
103 Plittersdorferstrasse D-531173 Bonn
tel. +49-228-362373 fax +49-228-361279
e-mail: inter_office@eurosolar.org
ALCUNI STUDI REALIZZATI PER LA COMMISSIONE EUROPEA
A proposal for the implementation of medium-sized centres for production of electricity and heat from agroforestry and agroindustrial products, Berna G., 1998, pp.202.
ref: EUR 17541 EN
Disponibile gratuitamente presso FAIR Secretariat, EU DG XII, 200 rue de la Loi, B-1049 Bruxelles (Belgium)
The energy balance of roof integrated hybrid photovoltaics modules, Dunlop, Haverkamp, Sandberg, Strobach, 1998, Rapporto presentato durante la “Second World Conference and Exhibition on Photovoltaic Solar Energy” di Vienna (6-10 luglio 1998).
ref: EN 41608 ORA
Disponibile presso European Commission – DG XIII/D-2, L-2920 Luxembourg
Qualification and type approval of thin film modules, Dunlop, Bishop, Ossenbrink, 1998, Rapporto presentato durante la “Second World Conference and Exhibition on Photovoltaic Solar Energy” di Vienna (6-10 luglio 1998).
ref: EN 41609 ORA
Disponibile presso European Commission – DG XIII/D-2, L-2920 Luxembourg.
IN BREVE DAL MONDO
SOLARE TERMICO: L’AUTOCOSTRUZIONE IN AUSTRIA
Alla fine del 1997 l’Austria aveva sul proprio territorio una superficie di collettori solari pari a 1,7 milioni di m2, che ne fanno il primo mercato in Europa per densità di collettori installati. La prima fase della strategia che ha consentito tale successo è stata quella di “autocostruzione ed assemblaggio” dei pannelli solari, iniziata nel 1983. La AEE (Arbeitsgemeinschaft Erneuebare Energie) formò allora i primi gruppi di autocostruzione, ottimizzando con il tempo le procedure di assemblaggio, il materiale tecnico e tutti gli aspetti organizzativi, compresa una rete di centri di consulenza, una lunga serie di seminari e conferenze, anche con il sostegno del Ministero dell’Ambiente austriaco.
La fase dell’autocostruzione, che si sta ormai esaurendo, ha consentito di installare, alla fine del 1997, 42.000 impianti per una superficie totale di circa 400.000 m2. L’apice di questa fase si è avuta tra gli anni 1991 e ’95.
Al contrario di quanto ritenevano inizialmente le aziende del settore, l’autocostruzione non ha distrutto il piccolo mercato degli anni ’80, ma ha invece agito da promozione per l’energia solare, tanto da spingere molte aziende a produrre e a vendere sistemi solari termici con prestazioni sempre più elevate e con costi moderati.
LO SVILUPPO DELLE TURBINE EOLICHE “DOMESTICHE” DANESI
Il grande interesse dei cittadini danesi verso la produzione di energia pulita nei propri terreni o giardini ha stimolato diversi produttori a sviluppare piccole turbine eoliche domestiche per soddisfare questo mercato potenziale. Questi modelli sono stati esaminati e certificati nella stazione di prova delle turbine eoliche presso il Centro di Ricerca Risø.
Tra i modelli realizzati c’è quello a due pale della società Calorius (altezza 12.5 m) che produce calore per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti per mezzo di un sistema di freni ad acqua che ha una potenza di 5 kW.
La Società Genvind ha sviluppato un turbina da 22 kW per la produzione di elettricità con pale in legno laminato e livelli di rumorosità bassissimi.
La Gaia Wind Energy ha progettato due turbine (5.5 e 11 kW) con rotore orientabile, che si adegua alla direzione del vento, invece che alle raffiche, come accade per le normali turbine.
Un’altra turbina è la Windflower DK della società Windmission che ha prestazioni molto elevate.
INVESTIMENTI NEL NORD-EUROPA PER L’ENERGIA DALLE ONDE
Il governo danese ha stanziato, per il biennio 1998-2000, 20 milioni di corone danesi (poco più di 5 miliardi di lire) nelle tecnologie che sfruttano l’energia prodotta dalle onde del mare.
La notizia è stata data dal principale esperto danese del settore, Kim Nielsen, nel corso della recente conferenza sull’energia dalle onde marine svoltasi a Patrasso (Grecia).
Alcuni studi danesi affermano che il potenziale energetico nel Mar del Nord è di 1.700 MW e di 7.000 MW a largo delle coste atlantiche delle isole britanniche.
Le prime applicazioni di generatori dovrebbe trovare il loro sito ideale presso le piattaforme petrolifere, in modo da soddisfare le loro esigenze di elettricità, di calore e per la stessa forza motrice necessaria al pompaggio.
Anche in Scozia, dove forti investimenti nel settore sono stati fatti dall’industria petrolifera, questa prima destinazione della tecnologia sembra essere la più probabile.
Fonte: Renewable Energy World, novembre ’98.
NFFO5: 261 IMPIANTI DI ENERGIA RINNOVABILE PER 1.177 MW
Con il 5° NFFO (Non Fossil Fuel Obligation), annunciato recentemente dal Ministro dell’Energia britannico, si rinnova l’impegno del Regno Unito per lo sviluppo delle rinnovabili.
I 261 progetti previsti (1.177 MW di potenza installata) consentiranno di andare oltre l’obiettivo preso a Kyoto e cioè di tagliare del 20% le emissioni per il 2010.
Uno dei vantaggi del NFFO è che nel corso degli anni il prezzo medio riconosciuto per l’energia generata dalle rinnovabili si è abbassato tanto da avvicinarsi a quello di mercato: nell’ambito del NFFO5 il prezzo atteso è di £0.0271/kWh (quello corrente di mercato è £ 0.0267/kWh); nel 1994 il prezzo medio stabilito nel NFFO3 era di £0.0435/kWh.
Dalla sua nascita al giugno del 1998, il NFFO ha consentito di rendere operativi 211 impianti di energia rinnovabile che, nel loro insieme, hanno una potenza di circa 530 MW. Tuttavia i progetti approvati, compresi quelli previsti dal NFFO5, ammontano a ben 3.270 MW. La percentuale degli impianti completati è quindi ancora bassa. Va tuttavia segnalato che, nell’ambito del NFFO1, l’81% degli impianti è in funzione, mentre per il NFFO2 questa quota si è attestata provvisoriamente al 67%.
IMPIANTO SOLARE PER L’ESSICCAZIONE DI BANANE IN BRASILE
Nell’ambito di un progetto di cooperazione rurale, i Laboratori de Termotecnica dell’Università di Catalogna (Spagna), hanno progettato e realizzato un essiccatore solare per banane a Paranà, in Brasile. Questa semplice applicazione del solare termico consente un notevole miglioramento quantitativo e qualitativo dei prodotti agricoli rispetto all’essiccazione eseguita normalmente all’aperto.
L’impianto di Paranà, costruito utilizzando esclusivamente materiale locale, ha un collettore solare ad aria integrato nel tetto, con una superficie di 120 m2; la copertura è composta da una sottile superficie di vetro ed uno strato di plastica che riduce la dispersione del calore per convenzione. Il sistema ha un circuito principale e uno di ricircolo, ma la sua caratteristica principale consiste in un letto di rocce che, captando il calore fornito dal sole, funziona da accumulatore; l’impianto è completato dalle ventole che favoriscono la circolazione dell’aria, dalla camera di essiccazione nella quale sono allocate le banane e da un impianto ausiliario di riscaldamento.
In Italia le principali esperienze nel campo dell’essiccazione solare con collettori ad aria sono state realizzate in Trentino Alto Adige.
Per informazioni: Laboratori de Termotècnia i Energètica, Universitat Politécnica de Catalunya – Colom 11,
E-08222, Terrassa, Spain
tel: +34 3 7398243 fax: +34 3 7398101
NOTIZIE DA ISES ITALIA
ISES ITALIA PER LE SCUOLE
Nuova edizione del Programma
“1000 celle fotovoltaiche per 100 scuole”
Sperimentazioni sull’energia solare per le Scuole Medie Inferiori e Medie SuperioriÈ al via la terza edizione del programma “1000 celle FV per 100 scuole” di ISES ITALIA per l’anno scolastico 1998-99, con alcune importanti novità rispetto alle edizioni precedenti.
In primo luogo, oltre al Planetario di Modena e la Società EUROSOLARE di Nettuno (Roma), collaborano l’Associazione Italiana degli Insegnanti di Fisica (AIIF) e contatti più stretti sono stabiliti con il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dotato di un laboratorio di sperimentazioni sull’energia solare.
La nuova iniziativa di ISES ITALIA prevede che:
1) ogni scuola/classe che presenterà regolare domanda di partecipazione al programma riceverà 10 celle fotovoltaiche;
2) nella domanda, la scuola/classe dovrà presentare sinteticamente il progetto che intende realizzare con le celle;
3) a titolo di suggerimento, ISES ITALIA fornirà anche una serie di possibili sperimentazioni da eseguire utilizzando le celle (sperimentazioni fotovoltaiche) e, in aggiunta, verranno proposte altre sperimentazioni nel campo dell’energia solare termica;
4) Le domande delle scuole/classi, se conformi al bando (da richiedere presso la nostra segreteria o da stampare dal nostro sito internet), verranno girate all’EUROSOLARE che quest’anno ha messo a disposizione 3000 celle fotovoltaiche.
5) La scadenza delle domande è prevista per il 30 aprile 1999 e le scuole/classi che avranno partecipato al programma dovranno presentare a ISES ITALIA i loro lavori e/o progetti che saranno esaminati e valutati anche in relazione alla loro diffusione attraverso i nostri canali di informazione.
Inoltre, ISES ITALIA propone alle Scuole iniziative di formazione e/o di aggiornamento per studenti e insegnanti legate alle sperimentazioni citate e corsi orientati alla diffusione delle conoscenze delle fonti energetiche rinnovabili (rivolgersi alla Segreteria per programmi, costi e prenotazioni).